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Dopo la Pasqua, restano i rifiuti

rifiuti

 Non bastano gli appelli, specie quelli lanciati all’ultimo istante. Per Messina c’è bisogno di altro. Evidentemente di un servizio che non subisca gli effetti di una schizofrenica gestione di una discarica e di una procedura di conferimento che non può permettersi di andare in vacanza e portare a  conseguenze come quelle con cui avremo a che fare per una settimana.

Serviranno infatti turni supplementari fino a sabato per recuperare ciò che è a Pasqua è rimasto nei cassonetti. La valutazione è di circa 200 tonnellate non raccolte nella giornata di domenica, quando l’impianto di Motta Sant’Anastasia, dove Messina conferisce da quando la Procura ha chiuso Mazzarrà S.Andrea, è rimasto chiuso per il consueto stop dell’ultima domenica del mese.

E mentre prima a Pace, quelle 200 tonnellate sarebbero rimaste a terra nella cosidetta piattaforma, per un giorno o giù di lì, in attesa di essere trasferite a Motta, appena possibile, ora tutto questo non è  più possibile. I rifiuti non devono toccare terra e passare dagli autocompattatori direttamente ai tir che li portano in discarica. Questo trasbordo si è bloccato per un giorno ed i camion, sono rimasti a pasqua pieni di rifiuti a Pace. Quando Motta ha riaperto è ripartito il ciclo ma con altre 4 ore di ritardo per consentir di svuotare i mezzi e farli tornare in città.

I messinesi però non hanno ascoltato la richiesta di messinambiente di evitare di gettare rifiuti nel fine settimana e di farlo a emergenza conclusa. E così, specie in periferia, sono diverse le zone in cui i cassonetti, magari sono stati svuotati e tutt’attorno ci sono i resti di banchetti e uova pasquali. E’ sempre così. Ci vorrà un turno pomeridiano aggiuntivo per recuperare  a mano o con il bob cat tutto ciò che c’è in giro, possibilmente fino alla prossima festa, alla prossima chiusura al prossimo appello, ancora una volta disatteso.

“Serve un ‘ordinanza” dicono a Messinambiente e che venga fatta rispettare. Serve un servizio continuativo, rispondono i cittadini che, va sempre ricordato, pagano la tari più alta di Sicilia.

E se fosse finita qui, potremmo dire che c’è andata bene. Con cinque mezzi per il trasbordo a riparare in officina e altri tre per lo smaltimento di vetro e carta, bloccati sempre perché le fatture ai fornitori non sono state pagate, quello di Pasqua potrebbe non essere l’ultimo stop. A rischio soprattutto la differenziata. Si è rischiato di dover chiudere le isole nella settimana scorsa, perché non si sapeva come portar via i materiali portati lì dai messinesi.

Se il Comune non dovesse recuperare in questa settimana i soldi che mancano per saldare quanto dovuto a messinambiente – a marzo è stato girato da Palazzo Zanca 1,2 milioni piuttosto che l’atteso doppio - , tutto il sistema rischia di collassare e non ci saranno ordinanze o appelli ai cittadini che tengano.   

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