Stefano Trotta lascia la Prefettura di Messina. La notizia, giunta all’improvviso nella serata di ieri, è stata confermata dal diretto interessato: «Dopo più di 40 anni di servizio da funzionario dello Stato, vado in pensione». Oggi il prefetto avrà una serie di incontri istituzionali per annunciare il suo congedo e per domani è previsto un suo messaggio alla cittadinanza messinese.
«Dirò tutto in quella lettera, in questo momento – è l’unica frase che riusciamo a “strappargli” al telefono – la cosa più importante è che si guardi con ottimismo e fiducia al futuro e una giornata come quella vissuta oggi, grazie a don Ciotti e a Libera, ci può trasmettere davvero coraggio ed entusiasmo. Messina è stata un’esperienza importante per me, il coronamento di una lunga carriera che ha avuto diverse tappe di rilievo». Nessun accenno ai ripetuti scontri istituzionali avuti con il sindaco Accorinti: «Messina va sostenuta ed amata», chiude Trotta.
Cosentino, 63 anni compiuti lo scorso 2 gennaio, coniugato con la dottoressa Susanna, ha iniziato la sua carriera al ministero dell’Interno nel 1979. I suoi primi passi li ha compiuti alla Questura di Milano, come funzionario addetto all’ufficio di Gabinetto; poi nel 1985 vicecapo di Gabinetto alla Prefettura di Frosinone e nel 1991 capo della Divisione dei servizi generali della vicepresidenza del Consiglio dei ministri. Nel 1993 capo di Gabinetto del commissario di governo della Regione Lazio, nel 2001 matura un’esperienza importante a Crotone come viceprefetto vicario. Lo stesso incarico lo porta in Sicilia, a Catania, mentre nel 2007 torna nella Capitale come viceprefetto vicario di Roma. Poi, la promozione: prefetto di Trapani mnel 2008, prefetto di Campobasso nel 2010, quindi prefetto di Messina nell’ottobre 2012.
Tre anni e cinque mesi in riva allo Stretto, un cammino non facile in una realtà ricca di vivacità ma anche di profonde contraddizioni. Mai a Messina il rapporto tra un prefetto e il sindaco è stato segnato da tanti momenti di “frizione” come quello intercorso tra Stefano Trotta e Renato Accorinti. Sul piano personale stima e abbracci, sul versante istituzionale una distanza diventata via via quasi incolmabile. Lo testimoniano le continue note con le quali il prefetto ha incalzato il sindaco – e di conseguenze le lettere di risposta di Accorinti a Trotta – sui fronti più svariati: dall’accoglienza ai migranti alle infiltrazioni criminali nella processione della Vara, dal protocollo di legalità “Carlo Alberto Dalla Chiesa” sugli appalti pubblici alle recentissime questioni economiche-finanziarie (la mancata approvazione dei bilanci comunali). Senza dimenticare le roventi polemiche seguite alle dichiarazioni rese pubblicamente dall’allora assessore ai Servizi sociali Nino Mantineo, che definì improvvidamente – salvo poi fare pubblica ammenda – Trotta «il prefetto più scarso della storia di Messina».