Messina per un giorno sarà al centro del mondo. Lunedì i riflettori si accenderanno sulla città scelta quest'anno da Libera quale capitale dell'antimafia. Un onore toccato altre due volte in passato a comuni siciliani. Nel '99 a Corleone e nel 2004 a Gela. Un evento che richiamerà a Messina oltre 20.000 persone provenienti da tutta Italia ma anche dall'estero per ricordare le vittime della mafia. Un elenco di oltre 900 nomi che alle 11 saranno letti uno per uno in quello che sarà il momento clou della giornata. Messina non è una scelta casuale. La mafia ha colpito duro nella provincia in cui un tempo si diceva che Cosa Nostra non esisteva. Ma c'era eccome, si celava dietro volti di persone rispettabili, professionisti, imprenditori, politici. La piovra stritolava le vittime nel suo abbraccio mortale. E alcuni nomi sono rimasti tristemente noti. Graziella Campagna, la 17enne stiratrice di Saponara che ebbe il torto di scoprire un'agendina che conteneva nomi scottanti nella giacca dell'ingegnere Cannata che in realtà era il boss Gerlando Alberti junior che si nascondeva a Villafranca. E poi il giornalista Beppe Alfano che con le sue inchieste aveva creato non pochi problemi a Cosa Nostra barcellonese. E Attilio manca l'urologo di Barcellona ucciso perchè probabilmente aveva curato a sua insaputa, in una clinica di Marisiglia, il boss latitante Bernardo Provenzano. Anche per loro Messina lunedì dovrà presentarsi nella sua veste migliore. Accogliere con calore i partecipanti al lungo corteo che si snoderà per le vie del centro, unrisi a loro ed affrontare senza insofferenza quella che si presenta come una giornata difficile per la viabilità cittadina e per gli spostamenti. Per un giorno affrontiamo serenamente qualche piccolo sacrificio, se andando a scuola o al lavoro troveremo una strada chiusa o una via intasata pensiamo a loro, alle vittime inconsapevoli. Non necessariamente ai magistrati, agli uomini delle scorte, agli avvocati ma per esempio ad Anna Cambria. La ragazza sedicenne che la sera dell'otto novembre 1989 a Milazzo entrò in un bar per comprare i cioccolatini al fratellino. Ma fu uccisa da un proiettile vagante destinato ad un boss della zona. Di lei , del suo sacrificio non si è più parlato perchè ancora oggi dopo 27 anni i genitori non hanno la forza nemmeno di recarsi al cimitero meno che mai di parlarne in tv. Anna potrebbe essere nostra figlia, nostra sorella, la compagna di scuola dei nostri figli. Anche per lei lunedì partecipiamo se non fisicamente anche moralmente alla grande manifestazione di Libera, libera contro tutte le mafie.