Nessun tentennamento. «Tutti si rendono conto che continuare quest’esperienza per Messina non è positivo». Il deputato nazionale di Ncd Enzo Garofalo sgombra il campo da qualsiasi equivoco. La linea è stata tracciata il 12 febbraio scorso, quando lo stesso Garofalo, il senatore Bruno Mancuso e il deputato regionale Nino Germanà incontrarono i consiglieri comunali e di quartiere. «Ribadisco quanto dissi a giugno 2014 – spiega Garofalo –, non ho nulla contro l’uomo Renato Accorinti, il giudizio però è sulla funzione che svolge, il sindaco. Non è detto che una brava persona abbia capacità di amministrare. Dopo un anno non potevo dare un giudizio definitivo, ma nemmeno positivo. Oggi i fatti testimoniano che la situazione è peggiorata. Rischiamo di cadere nel tranello che la sfiducia sia un’arma della politica contro il sindaco, quando invece a noi la chiedono i cittadini che non ne possono più». I rimproveri maggiori? «Non ho mai visto questa amministrazione riunire tutti attorno a un tavolo per affrontare il tema più importante, costruire lavoro. Se i sindacati sono arrivati al punto di chiedere le dimissioni, entrando a gamba tesa, è anche per questo. Penso poi ai momenti difficili affrontati dal prefetto Trotta. Come si fa ad entrare in rotta di collisione con tutte le istituzioni? L’ultima è la vicenda assurda della Fiera, con l’Autorità portuale». E ancora: «È un’Amministrazione che non riesce ad avere un previsionale 2015, che non fa capire qual è la situazione economico-finanziaria del Comune. E l’ambiente? Doveva essere un cavallo di battaglia, invece paghiamo di più per un servizio tutt’altro che impeccabile. Promuovo solo il settore della mobilità, ma penso alla pista ciclabile, anche qui un insuccesso». Garofalo è netto: «Non sono adeguati. Lo strumento della sfiducia è quello che possono utilizzare i consiglieri, con i quali ci siamo confrontati senza imporre il nostro pensiero. Abbiamo solo detto loro: se “resisterete” sarete giudicati corresponsabili di questa situazione». Nel complesso «il giudizio non può che essere negativo, con tutte quelle che possono essere le attenuanti. Ma se quando sono arrivati non hanno dichiarato il dissesto, forse non hanno trovato il disastro di cui parlano. Un’altra colpa è che si sono arroccati, vedi l’appello di Ialacqua. Forse, allora, dovrebbero essere loro a fare un passo indietro». E gli alleati, in Area popolare, dell’Udc? «Il giudizio dell’Udc non penso sia differente, noi sul percorso ci siamo confrontati separatamente coi nostri consiglieri. Ma su una cosa siamo assolutamente d'accordo: il giudizio assolutamente negativo sull’Amministrazione. Non penso proprio che loro vogliano mantenere in piedi questa esperienza».(seb.casp.)