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Fiera, la città rischia di pagare
lo scontro istituzionale

fiera messina

E' l'ennesimo scontro istituzionale di cui non se ne sentiva il bisogno. Protagonista ancora una volta il Comune che inaspettatamente ha fatto un passo indietro proprio quando si doveva esitare l'atteso bando internazionale per la valorizzazione della cittadella fieristica. Uno smacco per l'Autorità portuale che non si aspettava proprio questa presa di posizione dopo mesi di incontri per stilare il bando ai quali ha sempre preso parte il Comune nella persona dell'assessore De Cola. Improvvisamente il passo indietro che fa riesplodere la guerra fredda fra Comune ed Authority. I due enti solo da poco avevano seppellito l'ascia di guerra dopo aver trovato l'accordo sulla titolarità delle aree della zona falcata. Una pace armata evidentemente che non serve alla città anzi le nuoce fortemente. Quella della cittadella fieristica è un'area strategica per Messina. Opportunamente recuperata e valorizzata può rappresentare un'occasione importante di sviluppo. Lì, dove un tempo si teneva la prestigiosa fiera campionaria, potrebbe sbocciare un nuovo germoglio per l'economia cittadina. Palazzo Zanca invece per il momento pensa soprattutto a rivendicare la titolarità del quartiere fieristico, prende tempo e si appella alla Capitaneria di porto. L'autorità portuale invece ricorda che l'area è di proprietà del demanio data per anni in concessione all'ente fiera. E così decide di  andare avanti per la sua strada. Con il Comune o senza il Comune domani l'authority esiterà il bando internazionale che consentirà di valutare proposte e progetti per recuperare la cittadella fieristica, uno dei luoghi più suggestivi della città. 

Del resto l'autorità portuale ha già stanziato 18 milioni per il restauro di alcuni dei padiglioni più importanti della cittadella. E martedì saranno effettuati i sorteggi per formare la commissione incaricata di aggiudicare l'appalto tra le 28 offerte presentate. Sul fronte Authority dunque si procede spediti mentre il Comune ha deciso di scendere dal treno in corsa. Un dietrofront che potrebbe generare un lungo contenzioso e mentre la città attende nuove occasioni, progetti di sviluppo e concretezza si rischia di offrire solo inerzia e carte bollate.

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