Il sindaco Giovanni Formica domani sarà a Roma per incontrare i funzionari del ministero delle Finanze per tentare di trovare una soluzione che consenta di uscire dall’impasse amministrativa. Con lui la segretaria dell’ente, Maria Riva e l’esperto prof. Melo Martella. Ieri lo stesso primo cittadino, conversando con i giornalisti, si è detto certo che presto la situazione si normalizzerà. «Da giorni – ha affermato – si discute, impropriamente, della posizione dell’Amministrazione rispetto al dissesto che, è utile rammentarlo, è stato annullato dal Tar. Ribadisco, oggi con molti più elementi di allora, che nel 2013 la dichiarazione di dissesto intervenne senza il supporto dei dati reali. E questo è grave e sbagliato».
«Se l’Amministrazione del tempo non si fosse così accanita dal punto di vista giudiziario, la vicenda si sarebbe potuta chiudere prima con effetti assai benefici per tutti. Ora come allora, comunque, sostengo che prima di assumere una decisione così importante per la vita dei cittadini, si debbano fare bene i conti. Ed è quello che stiamo tentando di fare. Dico tentando perché il nostro ente non ha un ragioniere generale e questo rappresenta il punto di maggiore debolezza che dobbiamo risolvere. Abbiamo approvato il conto consuntivo 2014 ed il bilancio di previsione 2014. Due documenti che, insieme al consuntivo 2014, per disposizioni di legge e del ministero dell’Interno, avremmo dovuto trovare già adottati quando ci siamo insediati. E la mancanza di questi strumenti finanziari è la prova più evidente che di per sé il dissesto, così come qualsiasi diversa misura di risanamento, non servono a nulla se non hai una struttura attrezzata a gestire il dopo. È un po’ come un ospedale che costruisce una splendida sala operatoria, ma non assume chirurghi».
Il sindaco evidenzia che dopo la dichiarazione di dissesto non si sono «fatti i bilanci come prevedeva la normativa e anzi si è amministrato con grande approssimazione, si sono registrati milioni di euro di debiti nuovi di zecca di cui nessuno ha ancora parlato e si sono gestiti i conti con grande disinvoltura come ha potuto constatare l’ispettore mandato dal ministero dell’Economia».
Per tornare al presente, «un ente che dichiara il dissesto deve fare il bilancio stabilmente riequilibrato ma senza un ragioniere generale non si può. A meno che qualcuno ritenga normale che la parte politica si sostituisca a quella gestionale in violazione del principio di separazione dei poteri, oppure pensi che la soluzione sia dichiarare il dissesto ogni 5 anni». Insomma prima il ragioniere generale e poi eventualmente il dissesto.(r.m.)
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