Le amministrazioni passano, i dirigenti restano. È una sorta di mantra, a Palazzo Zanca. Il che si è trasformato spesso in qualcosa di simile ad un alibi per gli amministratori che, in questo o in quel settore, non sono riusciti a portare a casa grandi risultati (è un eufemismo). Ma è anche una verità: se la politica è la variabile, della macchina comunale, la classe dirigente è la costante. E anche ben pagata. Dai 94 mila ai 104 mila euro l’anno. Gli stipendi dei dirigenti, infatti, sono la somma del tabellare base e del trattamento accessorio, che a sua volta include le retribuzioni di posizione e di risultato.
Le indennità di posizione e di risultato vengono pagate con un fondo che viene costituito di anno in anno. Anzi, dovrebbe essere costituito, perché in realtà a Palazzo Zanca non lo si fa dal 2011. Da allora non si assegnano nemmeno gli obiettivi, ai dirigenti stessi, e di conseguenza l’operato dei burocrati comunali non viene valutato. Un tempo questo compito spettava al nucleo di valutazione, oggi all’Oiv (Organismo indipendente di valutazione), che però dal sindaco Accorinti è stato nominato solo ad inizio anno. Sta di fatto che il trattamento accessorio, seppur parzialmente, è stato comunque pagato anche in assenza del fondo, un’anomalia segnalata anche nel maggio 2015 dalla Corte dei Conti.
In questo contesto, e in un momento in cui Palazzo Zanca continua a vivere sull’orlo della crisi economico-finanziaria (a volte anche oltre), ecco che proprio dai dirigenti, alcuni attuali, altri “ex”, viene agitata una pericolosa spada di Damocle da oltre 800 mila euro. È la somma di quanto richiesto dai dirigenti in pensione Ferdinando Coglitore (ex ragioniere generale), Francesco Rando, Giacomo Leotta, Placido Bruno e Giuseppe Mauro e dagli attuali dirigenti Salvatore De Francesco, Giovanni Di Leo, Letteria Santa Pollicino e Calogero Ferlisi. Il quale, caso nel caso, oltre a essere comandante della polizia municipale, è dirigente proprio di quell’Avvocatura che qualche giorno fa ha assegnato l’incarico alla legale Mariangela Ferrara di difendere il Comune in tribunale contro i dirigenti stessi. Un conflitto di interessi nella sua forma più esplicita. Le richieste riguardano gli anni dal 2005 al 2010 e dal 2012 al 2013: Coglitore chiede oltre 180 mila euro, Mauro più di 141 mila, Di Leo quasi 90 mila, la Pollicino oltre 86 mila, Ferlisi poco più di 85 mila, De Francesco quasi 84 mila, Bruno circa 53 mila e Rando quasi 34 mila euro. Sono tutte somme legate alle “retribuzioni di risultato”. Ma il cittadino si chiede: quali sono questi risultati?
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