Ieri era il giorno del bando internazionale per la Fiera. Avrebbe dovuto esserlo. Sei mesi di lavoro, un impegno costante e condiviso per definire un percorso destinato a valorizzare finalmente il quartiere ex fieristico di viale della Libertà. Ma il sindaco Accorinti e alcuni assessori della sua giunta si sono presentati alla riunione nella sede dell’Autorità portuale chiedendo altro tempo, uno o due mesi per «discutere dal basso» del futuro di quegli spazi, per dare vita ad assemblee cittadine. Paradossale!
È la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il presidente dell’Authority Antonino De Simone è fuori dalla grazia di Dio. «L’assessore Sergio De Cola – afferma – ha partecipato a numerosi incontri, è da mesi che discutiamo del bando, ci avevano annunciato piccole modifiche, e adesso dovremmo ricominciare daccapo? Ma siamo pazzi? Noi abbiamo la titolarità delle aree e la responsabilità economica e amministrativa. Non possiamo continuare a stare con le mani in mano. Già solo custodire il quartiere fieristico è un onere gravoso, al quale non possiamo far fronte all’infinito. Il Comune rivendica la competenza sulla Fiera? E con quali atti? Le chiacchiere stanno a zero. Se uno vuol chiedere la titolarità di un’area, deve rivolgersi all’ufficio competente, che in questo caso è l’Autorità marittima. Noi abbiamo ritenuto di coinvolgere l’amministrazione comunale proprio per l’importanza di questi spazi per la città. E in tutti questi anni abbiamo dimostrato grande responsabilità, aprendo, anche quando non c’erano le condizioni, la cittadella fieristica ai messinesi. Ma così non è possibile continuare. Non può essere consentito dettare legge dove gli altri sono proprietari e mettono i soldi. Noi andremo avanti per la nostra strada e sono pronto a tutelarmi in tutte le sedi, siamo un ente dello Stato e ci vuole anche rispetto per quanti da mesi stanno lavorando a questo bando».
L’amministrazione Accorinti, di fatto, ha accolto la richiesta proveniente da alcune associazioni e dal meetup dei Cinque Stelle “I Grilli dello Stretto”, che avevano sottolineato la necessità «di fare chiarezza» sugli obiettivi del bando internazionale. Ma De Simone ha ragione su un aspetto: c’è stato tutto il tempo possibile per riflettere, non si può arrivare nell’ultimo giorno utile a mettere i bastoni fra le ruote. Oltretutto il Comune non avrebbe neppure un euro per garantire il futuro di questa porzione così preziosa (da valorizzare, salvaguardandola però da squallide speculazioni) di territorio.