Per una volta il Comune di Messina è stato virtuoso e ha prodotto nei termini di legge alla Corte dei Conti regionale sia il piano che la relazione tecnica sulla razionalizzazione delle società partecipate. Ma, nonostante questo, anche l'ente peloritano ha ricevuto la diffida e deve procedere al riesame degli elaborati secondo quanto la stessa sezione di controllo ha disposto in una delibera inviata innanzi tutto a quanti non hanno ottemperato agli obblighi di legge. Nel dispositivo la camera di consiglio ha deciso di procedere ad uno specifico esame a tappeto e indicato nel termine del 31 marzo la predisposizione da parte dei Comuni di una relazione sui risultati conseguiti da trasmettere alla stessa corte e da pubblicare sul sito istituzionale dell'amministrazione stessa. Con l'adozione del piano di razionalizzazione, il legislatore ha chiesto un'attenta riflessione sul mantenimento delle partecipate nella prospettiva di aggregazione di società di servizi pubblici locali di rilevanza economica e di contenimento dei costi di funzionamento o di semplice riorganizzazione degli organi amministrativi e di controllo e delle strutture aziendali. Un forte incentivo viene anche individuato nelle procedure di mobilità del personale. Quindi ecco i dettami ai quali anche i Comuni virtuosi dovranno adeguarsi per revisionare sia i piani che le schede tecniche: la rimodulazione deve tenere in considerazione l'eliminazione delle società non indispensabili al perseguimento delle proprie finalità istituzionali; la soppressione di quelle composte da soli amministratori o da un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti; l'aggregazione di società di servizi pubblici di rilevanza economica e infine il contenimento dei costi di funzionamento attraverso la riorganizzazione degli organismi e la riduzione delle remunerazioni.
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