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Acqua, mancano i soldi, ruspe ferme

Acqua, mancano i soldi, ruspe ferme

Lontano dagli occhi lontano dalla soluzione. La crisi idrica di Messina, quella che ci mise in ginocchio per tre settimane lo scorso autunno, non è stata del tutto superata. Per due ordini di motivi uno legato alla quantità di acqua che arriva in città e l'altro per il ritardo dei lavori di ripristino della condotta.

Una quindicina di giorni fa si sono conclusi a Calatabiano, dove lo smottamento di una collina provocò una interruzione nella condotta del Fiumefreddo, i lavori di somma urgenza avviati dalla Protezione civile e coordinati dal commissario per l'emergenza Calogero Foti.

 Sono stati effettuati i terrazzamenti, azioni per il drenaggio ma ora dovrebbero scattare le opere vere e proprio, quelle definitive che mettano in sicurezza la collina e la condotta che dovrà essere riposizionata nel terreno. Ebbene, quei soldi che servono per completare l'intervento, ad oggi, non ci sono e i lavori sono fermi.  E non si tratta di spicci visto che una valutazione fatta dallo stesso Foti, ammonta a circa un milione  e 800 mila euro. “Serviranno altri dieci giorni, per sapere dove li potremmo andare a trovare”, dice il commissario “ vediamo cosa troveremo nella finanziaria della regione”. Ai tempi della crisi, un milione lo aveva promesso l'assessore Maurizio Croce, e gli altri 800 mila?

Sono previsti tre mesi di lavori, ma ancora deve essere assegnata al progettazione. Dunque la previsione di chiusura del cantiere e il ripristino della condotta definitiva sono costretti a slittare. E quanto? Difficile da prevedere ma di certo la scadenza di aprile non potrà essere rispettata. E comporterà che Messina dovrà accontentarsi di una portata ridotta ancora per chissà quanti mesi. Con l'innesto del quarto tubo sostitutivo l'acqua che arriva in città è scesa di circa 80 litri al secondo rispetto a quando c'era il bypass dell'Alcantara. Questo vuol dire che per ora la distribuzione in città avviene fino al e18 e non più fino alle 19 e che quartieri come il Lombardo, ultimo anello della catena del Mangialupi e quindi sempre un po' più in affanno rispetto ad altri.   

Tornando a Calatabiano un paio di considerazioni vanno fatte. La prima è che con l'attivazione del quarto tubo in kevlar, Amam risparmia 15.000 euro al giorno di acqua dell'Alcantara, la seconda è che da quando a Calatabiano è stata montata la struttura provvisoria, due uomini per tre turni fanno la guardia ai tubi al costo di mille euro al giorno. 

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