La Questura, di fatto, ha dato 48 ore di tempo a partire da oggi. Entro venerdì, se le famiglie occupanti non avranno lasciato gli immobili della scuola Foscolo e dell’ex caserma dei carabinieri San Leone, si procederà allo sgombero. Ma l’assessore Sebastiano Pino, che da giorni sta seguendo la vicenda, e lo stesso sindaco Renato Accorinti si dicono fiduciosi: «Abbiamo messo in campo una serie di soluzioni che alla fine contempereranno le esigenze di tutti».
Soluzione che prevedono due step: nell’immediato e nel breve-medio periodo. Per rispondere all’ultimatum delle forze dell’ordine, l’amministrazione comunale farà ricorso ad alcune strutture per alloggiare temporaneamente le otto famiglie della “Foscolo” e i 74 occupanti della “San Leone”. Si tratta di un albergo cittadino, che ha messo a disposizione una parte delle camere, e probabilmente anche di una struttura reperita d’intesa con la Caritas e con la Chiesa messinese (potrebbero essere anche alcuni locali del Seminario arcivescovile di Giostra). Tutto ciò dovrebbe avvenire nell’arco dei prossimi due giorni e la sistemazione “provvisoria” durerà fino a quando il Comune non avrà provveduto a rendere agibili alcuni locali di proprietà, che sarebbero stati già individuati e che hanno bisogno di qualche intervento di manutenzione. «Non vogliamo che nessuno resti in strada e, nello stesso tempo, vogliamo che tutti sappiano che il sistema delle regole che ci si è dati è importante e va rispettato», è il ritornello dell’assessore Pino.
Non è facile gestire il fronte infuocato dell’emergenza abitativa – tra casi veri e presunti, tra gente disperata e furbi che ne approfittano, tra minori indifesi e criminali che “teleguidano” le occupazioni – e lo si sta vedendo non solo a Messina, ma in tante altre città d’Italia. Per restare in Sicilia, proprio la scorsa settimana vi sono state due vicende simbolo nelle vicine Catania e Palermo. Nel capoluogo etneo si è proceduto, tra roventi polemiche e accuse rivolte alla stessa amministrazione comunale (accusata di non aver fatto nulla per evitare l’intervento delle forze dell’ordine), allo sgombero forzato di una palazzina di via Gravina occupata dal Comitato “Casa per tutti”. A Palermo, invece, la Questura ha disposto un’azione di forza per liberare un immobile di via Sadat, però ci si è dovuti fermare per la presenza di un minore con gravi disabilità. E anche in questo caso, duri gli attacchi rivolti al sindaco Orlando e alla sua giunta.
Gli stessi che ieri i rappresentanti dell’Unione inquilini e del Comitato degli occupanti dell’ex caserma San Leone hanno mosso all’indirizzo di Accorinti: «Il sindaco può e deve requisire le strutture private se i proprietari non le mettono in sicurezza».
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