Quando il controllore dell’Atm è salito sull’autobus per controllare i biglietti non hanno temuto nulla. In tasca avevano la tessera riservata agli studenti per recarsi a scuola dal lunedì al venerdì e quel giorno, anche se era sabato, a scuola stavano andando lo stesso perché “reclutati” dai docenti dovendo partecipare all’Open Day. Così quando è stato chiesto a due alunni del “Basile” di mostrare il titolo di viaggio, loro hanno tirato fuori la tessera spiegando all’addetto che, anche quel giorno, stavano andando a... lavoro.
Una spiegazione per nulla “recepita” dal controllore che, a bordo di quel bus in servizio sulla linea “45”, ha tirato fuori il blocchetto dei verbali di contestazione redigendo ai due giovani altrettante contravvenzioni da 60 euro l’una. Una cifra enorme per chi vive di paghetta settimanale. La motivazione della multa è ben visibile sul verbale di contestazione dove sono riportate in bella mostra le generalità dei “trasgressori” mentre l’identità del verificatore è affidata solo a una iniziale e ad un numero di matricola: “sprovvisti del prescritto titolo di viaggio valido, presentano abbonamento scolastico valido dal lunedì al venerdì».
A nulla sembrano essere servite le “giustificazioni” dei ragazzi, le attestazioni di chiamata in servizio firmate dalla dirigente scolastica del “La Farina - Basile”, le richieste di fermarsi un attimo prima di compilare il verbale e attendere di chiarire il tutto con l’ufficio competente visto che, di quella iniziativa da svolgere il sabato, a detta della stessa scuola, l’Atm era stata preventivamente informata.
Insomma si chiedeva un poco di buon senso. Che è stato negato. L’Atm è un’azienda privata e, per questo, non può permettersi “sbavature” ma il verificatore avrebbe potuto semplicemente prendere i nominativi e attendere i necessari chiarimenti prima di procedere. Invece niente di niente. I due ragazzi, davanti a decine di altri passeggeri, sono stati trattati come degli incivili, delle persone che volevano viaggiare gratis. Adesso non resta che presentare ricorso all’Atm nella speranza che qualcuno presti più attenzione alle giustificazioni di due studenti che hanno pagato a caro prezzo la disponibilità data alla scuola per partecipare ad una iniziativa diretta ai loro coetanei. (gi.pa.)