Sono tre i medici iscritti nel registro degli indagati con l’ipotesi di omicidio colposo per la morte di Salvatore Pino, il 58enne di villaggio Aldisio morto all’alba del 13 febbraio dopo 11 giorni di coma, a seguito di un’emorragia cerebrale.
Ieri mattina il sostituto procuratore Alessia Giorganni ha affidato l’incarico ai consulenti tecnici per l’autopsia, i medici legali Fabrizio Perri e Ettore Macrì, esame che verrà eseguito all’ospedale Papardo questo pomeriggio alle 17,30.
I tre medici attualmente indagati, che sono quelli che hanno operato il paziente nell’ultima fase per cercare di salvarlo - in questa fase sono stati iscritti tre sanitari del Papardo -, sono assistiti dagli avvocati Fabrizio Alessi e David Bongiovanni, mentre i familiari di Pino sono rappresetnati dall’avvocato Nino Cacia. Il termine concesso dal magistrato per il compimento delle operazioni peritali è di 90 giorni.
Pino nel suo calvario, è transitato da tutti e tre gli ospedali cittadini. E l’inchiesta prosegue proprio per accertare se anche all’ospedale Piemonte o al Policlinico siano da rintracciare e identificare altri medici che si sono occupati della vicenda e avrebbero sottovalutato - come sostengono i familiari di Pino - la situazione generale dell’uomo.
La morte di Pino si è verificata alle 6 di mattina del 13 febbraio dopo 11 giorni di coma ma anche dopo un primo ricovero e tre successivi trasferimenti. Tutto ha avuto inizio nel primo pomeriggio del 1° febbraio. Intorno alle 14.30 l’uomo, che si trovava a una fermata, in attesa del bus, ha accusato un malore improvviso che ha richiesto l’intervento del 118 che lo ha trasportato d’urgenza all’ospedale Piemonte. Sospettando patologie di tipo neurologico, l’indomani l’uomo è stato trasferito al Policlinico. Poi è scattato il trasferimento alla Neurochirurgia dell’ospedale Papardo dove alle 14.30 del 12 febbraio Pino è stato sottoposto ad un intervento per tentare di ridurre l’emorragia.