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Il Messina: «Avviata
un’indagine interna»

Il Messina: «Avviata un’indagine interna»

Messina-Paganese è un caso scoppiato a 360 gradi. Sospetti, veleni e difesa d’ufficio nel day-after di una partita che ha fatto rumore e non certo per i quattro gol visti in quell’impianto che è ormai “Franco Scoglio”. Tiene banco la vicenda-scommesse e tutto il polverone che si è sollevato prima e dopo la partita. Dall’allarme di Federbet alle conferme di Sportradar fino alla denuncia della Lega Pro, che si è messa subito in moto anche con Viminale e Procura Federale. Un vortice di sospetti legati a quell’anomalo flusso di scommesse che ha scatenato un putiferio attorno al Messina, una situazione imbarazzante che si ripete per la quarta volta negli ultimi due mesi. La società giallorossa, «sconcertata» per quanto accaduto nelle ultime ore, respinge le accuse e annuncia di aver già avviato un’indagine interna – ma non solo – per appurare eventuali atti illeciti. L’esito della sfida con la Paganese continua a echeggiare nelle stanze del sospetto. Tutti adesso vogliono vederci chiaro per il bene di uno sport in cui eventuali mele marce vanno al più presto individuate e punite. Il Messina alza la voce sospinto dalla rabbia del suo popolo che, sui social network, si è stretto al fianco dei propri colori. Tutti con il desiderio che siano sospetti e nulla più, che dietro non ci sia dello sporco che andrebbe a ledere l’immagine non solo della società ma di tutta la città. Tutti chiediamo un calcio pulito, segnalazioni e denunce servono proprio a individuare eventuali azioni anti sportive.

Dalla Federbet ieri solo parole di conferma di quel che è successo alla vigilia della partita. Che, in sintesi, si sia registrato un carico su quattro tipologie di scommesse: sul segno X, sul 2/X, sull’X-GG e perfino sul risultato esatto di 2-2. Tutti esiti poi che il campo ha confermato. L’imbarazzo di Federbet è un altro: «Alla vigilia ci siamo resi conto che la partita era stata tolta anche dal mercato asiatico. E questa è una rarità assoluta...», quasi ad aumentare i sospetti sulla regolarità della stessa. Ma Federbet ci tiene a sottolineare che «non c’è nulla contro il Messina. Noi abbiamo solo il dovere di segnalare le anomalie, è il nostro lavoro. E lo abbiamo fatto. Salvo poi ricevere insulti e minacce». Dall’agenzia che contrasta il match-fixing fanno sapere che «in una sola ora le giocate sull’evento hanno procurato un profitto di 500mila euro», concludendo così: «Crediamo che d’ora in avanti le partite del Messina non saranno più quotate dai bookmakers...».

Dagli stessi “bookie” viene confermata la linea Federbet. Con qualche dettaglio in più. Del tipo che per la partita ci sono state poche giocate ma troppo mirate e sostanziose per una partita di Lega Pro. Questo il motivo che ha spinto le maggiori agenzia italiane a togliere la partita dai palinsesti. «La quantità di scommesse non è stata eccessiva, ma le tipologie scelte e le somme puntate non erano congrue a questo tipo di incontro – spiegano dagli uffici quote –. Abbiamo prima registrato una forte preferenza per il segno “X”, tutto sommato spiegabile visto che le due squadre sono quasi a pari punti. Tuttavia somme decisamente più alte della norma sono arrivate anche sul risultato esatto e sulla scommessa parziale/finale “2/X”, bancata a oltre 12 volte la posta. A questo punto abbiamo deciso di chiudere immediatamente le giocate e di segnalare la partita ai Monopoli». L'alert lanciato dei bookmaker è stato subito raccolto dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che a sua volta ha inoltrato la segnalazione all’Uiss, l’Unità informativa Scommesse Sportive del Ministero dell’Interno.

L’ondata di sospetti ha spinto il Messina ad alzare il muro della difesa. Strategia affidata al legale Giovanni Villari – intervenuto ieri sera a Rtp nella trasmissione “Antella Giallorossa” – e comunicato spedito nelle reazioni nel pomeriggio di ieri. In sintesi la società «si dichiara assolutamente estranea ai fatti e sconcertata per quanto appreso», sottolineando la propria visione «improntata al rispetto della lealtà e della correttezza nei comportamenti, nonché al divieto categorico di quelli scorretti e sleali, come quelli tendenti, a qualunque fine, alla alterazione dei risultati sportivi. Poiché – si legge nel comunicato del club giallorosso – si tratta di episodi che stanno fortemente rischiando di compromettere la stagione sportiva dell’Acr e stanno arrecando alla società un gravissimo danno sportivo, economico e di immagine, si è deciso di avviare una indagine attraverso la quale si possa fare luce circa eventuali comportamenti destabilizzanti e/o antisportivi da chiunque» che danneggino la società stessa. «Indagine che verrà condotta nel modo più appropriato possibile e all’esito della quale, ove dovessero emergere fatti e circostanze antisportive, scorrette, illecite o, comunque, poste in essere in danno della società e dei suoi componenti, non si esiterà a denunciarli in tutte le opportune sedi ivi compresa quella penale». Il Messina cerca il “male” perché in questo momento la società è la prima vittima di eventuali giochetti sporchi che stanno nuocendo a tutto l’ambiente giallorosso. Chiarezza prima di tutto. Se sarà solo una bolla di sapone, questo lo dirà il tempo.

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