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Tagli al presidio Sud Asp,
i quartieri si ribellano

asp messina

L'Asp 5 intende ridimensionare il distretto sanitario Messina Sud trasferendo alcuni importanti servizi e addirittura chiudendo due consultori familiari. A lanciare il grido d'allarme sono i presidenti di prima, seconda e terza circoscrizione, Enzo Messina, Nuccio Zullo e Natale Cucè che, raccolte autorevoli voci giunte proprio dallo distretto Messina Sud hanno inviato un'interrogazione urgente al sindaco Accorinti al direttore generale dell'Asp 5 Sirna chiedendo un incontro per scongiurare quella che sarebbe una iattura per una utenza composta oltre 120.000 persone.
La struttura diPistunina era stato acquistata circa dieci anni fa dall?Asl proprio allo scopo di decentrare i servizi e limitare i disagi dei cittadini residenti in periferia. Una scelta che rappresentò anche un impegno finanziario notevole per l'azienda ma totalmente azzeccata.
Alla base della decisione, non ancora ufficializzata dall'Asp, la necessità di tagliare le spese. Un apolitica, secondo i presidenti delle tre circoscrizioni, che però pone i bisogni dei cittadini in secondo piano. Il progetto, scrivono nell'interrogazione Messina Zullo e Cucè prevede il trasferimento in via Del Vespro della distribuzione degli ausili e presidi sanitari e al Mandalari invece la medicina fiscale e legale. Altrettanto grave la ventilata chiusura dei consultori familiari del villaggio Cep e del villaggio Aldisio riducendoli da tre ad uno. Secondo indiscrezioni verrà mantenuto soltanto quello di Pistunina. Una scelta, secondo i tre presidenti, che limiterà il servizio di assistenza alla famiglia alla maternità, l’assistenza psicologica e sociale a tutela della salute della donna. Il tutto in quartieri difficili dove i consultori sono fortemente frequentati e soprattutto per le donne più giovani, addirittura adolescenti e straniere rappresentano un punto di riferimento.
Evitare la chiusura di questi servizi e il trasferimento di altri è anche un segno di rispetto per una popolazione che altrimenti verrebbe costretta a trasferirsi da un lato all'altro della città col rischio di rinunciare a curarsi o a richiedere consulenze che a volte possono salvare delle vite.

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