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Giustiziato per un ammanco di denaro

Giustiziato per un ammanco di denaro

Svelati i particolari di uno dei delitti “eccellenti” ordinati dal “Gotha” mafioso dei “Barcellonesi”. Grazie alle rivelazioni di Nunziato Siracusa, che ha confermato, completandole, le rivelazioni già fatte nel 2011 dal pentito Santo Gullo, gli inquirenti hanno ricostruito i particolari dell'omicidio dell'imprenditore di Merì Giovanni Di Paola, ucciso intorno alle 20,30 del 6 ottobre del 1995 lungo l'A20, subito dopo il casello di Brolo. L'uomo fu freddato su mandato dei boss Giovanni Rao e Sem Di Salvo, che per l'omicidio incaricarono Antonino Calderone, detto Nino “Caiella”, che agì assieme a Nunziato Siracusa e Santo Gullo. L'omicidio fu eseguito perché Di Paola, pur non essendo associato all’organizzazione mafiosa dei barcellonesi, era coinvolto, assieme a Giovanni Rao, Filippo Barresi e altri, nella gestione della Cep, impresa proprietaria di un impianto di calcestruzzo. A quanto pare, Di Paola sarebbe stato ucciso in quanto lo stesso si era impossessato di denaro dell’impresa, sottraendolo dalle relative casse, all’insaputa degli altri “soci”. L'omicidio sarebbe stato ordinato durante la latitanza di Rao, rifugiatosi nell’abitazione del camionista Angelo Mataffesi, ex cognato di Siracusa, dove Giuseppe Isgrò, il ragioniere della mafia, componente dell’organizzazione, si recava periodicamente a rendicontare l’attività della Cep. Quest’ultima e le aziende collegate rappresentavano di fatto la cassaforte del gruppo dominante che faceva capo al quadrunvirato capeggiato da Giovanni Rao. E Giovanni Di Paola sarebbe stato condannato a morte dallo stesso Giovani Rao e dal sodale Filippo Barresi. Di quel delitto ha parlato a lungo Santo Gullo, in quanto ha partecipato, assieme a Nunziato Siracusa, alla missione di morte compiuta in trasferta. Gullo rivelò per primo i nomi dei presunti componenti del gruppo di fuoco che il 6 ottobre ‘95 uccisero l'imprenditore di Merì, fondatore della Cep. A sparare – stando al racconto del collaboratore di giustizia – sarebbe stato «Nino Calderone (detto Caiella), mentre – dice Gullo – Nunziato Siracusa guidava l'auto che avevo rubato io. Io invece seguivo i killer con un'auto pulita». «In un primo momento l'omicidio doveva essere consumato nel suo negozio a Capo d'Orlando (quella sera poco prima del delitto era stato inaugurato un centro estetico a Capo d'Orlando denominato “Ideal line system” che doveva essere gestito dalla convivente della vittima, risparmiata miracolosamente dai killer in quanto la donna con i suoi tre figli assieme alla baby sitter si trovava sulla stessa auto condotta dalla vittima). Di Paola era un imprenditore e aveva appartamenti anche a Floresta. Fu cercato per diverso tempo, anche con l'aiuto di Stefano Genovese. Anche Carmelo Barberi Triscari «era a conoscenza dell'omicidio».

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