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Rifiuti, non si esce dal tunnel

Rifiuti, non si esce dal tunnel

Cassonetti svuotati e marciapiedi stracolmi. Contenitori di vetro scaraventati per terra. Cataste di spazzatura date alle fiamme e veleni sparsi nell’aria. Sono gli effetti conseguenti ad ogni emergenza rifiuti, che producono danni, di forma e di sostanza. Danni all’immagine ma potenzialmente anche alla salute e alla sicurezza delle persone. E, dunque, non si tratta di vicende circoscritte, di semplici vertenze tra amministrazione, azienda, sindacati e lavoratori, ma di una questione che coinvolge l’intera comunità.

E in questi giorni Messina è stata una città “ostaggio” di beghe da palazzo, tra stipendi non pagati, palleggi di responsabilità e braccia incrociate, anche se ufficialmente non c’è stato uno sciopero.

Come già da noi anticipato, l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua ha spedito una richiesta di chiarimenti al sindaco e al direttore generale, nella quale si sottolinea come l’inconveniente verificatosi nell’ultimo mese – il mancato pagamento dello stipendio di dicembre – sia ormai una regola imperante, al punto che «negli ultimi 4 anni – lo ammette lo stesso Ialacqua – solo tre volte i lavoratori hanno avuto retribuito lo stipendio nei termini previsti». C’è, dunque, l’incapacità, o l’impossibilità, della macchina amministrativa di garantire gli emolumenti previsti entro il 15 del mese. L’assessore ha formalmente chiesto di sapere «di chi siano le responsabilità anche del mancato aggiornamento del programma informatico», nella consapevolezza «che ci sia un apparato contabile-amministrativo che non funziona o che non è messo in condizione di operare bene».

Da un lato, dunque, è la stessa amministrazione comunale che reclama chiarezza all’interno della propria macchina, dall’altro ci sono le possibili conseguenze sul piano disciplinare e giudiziario. Il commissario di MessinAmbiente ha presentato denuncia alla polizia «per interruzione del pubblico servizio di raccolta», chiedendo a sua volta di conoscere «i motivi di questo caos, siano essi legati a negligenza, incompetenza o responsabilità». E sono inevitabilmente scattate le contestazioni che coinvolgono circa 400 lavoratori.

Sul fronte contrapposto, come preannunziata dalla segretaria della Funzione pubblica Clara Crocè, la Cgil oggi si recherà in Procura per presentare un esposto: «Vogliamo sapere cosa abbia portato a questo clamoroso epilogo e poi a fronte di tanta pignoleria per le ore non lavorate, anche noi muoveremo i nostri appunti sulla sicurezza dei mezzi sui quali operano gli uomini di Messinambiente. Prima di pensare di tagliare gli stipendi ai lavoratori, perché non partire dai dirigenti di Palazzo Zanca che hanno creato questo caso?».

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