Dopo i fallimenti del passato non è un'esagerazione definire storica la giornata di ieri. La firma a Palermo del “Patto per la falce” può davvero rappresentare un momenti di svolta per la città che s'impegna a recuperare una zona strategica per lo sviluppo di Messina. Da quelle macerie può davvero nascere qualcosa d'importante sotto l'aspetto culturale ed ambientale ma non solo. Ieri al tavolo convocato a Palermo c'erano la regione, l'Autorità portuale ed il Comune e naturalmente l'Università che sta svolgendo egregiamente in questa vicenda il ruolo di cabina di regia. La firma sull'accordo stabilisce con chiarezza i percorsi ed i tempi da seguire che finalmente vengono messi nero su bianco.
Innanzitutto amministrazione comunale ed Autority si obbligano entro dieci giorni dalla firma a definire i parametri urbanistici del piano d'inquadramento operativo della zona denominata FAL 3 del piano regolatore del porto e la stessa utorità portuale entro 45 giorni si obbliga a sottoporre all'assessorato regionale al territorio ed ambiente il piano ed il rapporto ambientale che ne costituisce parte integrante. Tempi chiari e rigidi che non possono essere sforati altrimenti la regione, su autorizzazione del Ministero, può sostituirsi agli enti competenti. E poi è stato risolto l'annoso contenzioso fra Comune ed autorità portuale che aveva bloccato l'iter. Con la firma di ieri, ma l'intesa era già stata trovata sabato, Palazzo Zanca si obbliga a rinunciare a tutti i contenziosi pendenti e l'autority rinuncerà a proporre qualsiasi azione di rivalsa nei confronti dell'amministrazione comunale. Con l'accordo firmato ieri le parti si impegnano a raggiungere gli obiettivi fissati nel patto per la falce entro tre anni. Il che significa che le bonifiche dovranno iniziare immediatamente. Bisognerà subito abbattere l'inceneritore, bonificare l'area dell'ex degassifica, recuperare le meraviglie della real Cittadella. Il governatore Crocetta ieri ha ribadito che dalla regione arriveranno 30 milioni di euro per questi lavori e l'assessore Croce ha detto che questa volta non potremo permetterci ritardi o intoppi perchè il patto indica tempi certi da seguire.
E c'è già chi immagina la zona falcata del futuro. Il sindaco Accorinti vuole una falce destinata alla pubblica fruizione, in linea con la destinazione paesaggistica che dia il giusto risalto alle bellezze architettoniche e naturali dell'area. Nè grattacieli né porti privati ha assicurato il sindaco ma sicuramente un grande parco archeologico naturalistico e scelte che preservino le attività produttive che già operano nella zona.
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