Non si è riusciti ad evitare ciò che andava evitato. Così quello che va considerato a tutti gli effetti un pasticcio burocratico-amministrativo di Palazzo Zanca verrà “pagato”, in termini di emergenza rifiuti ancora tutta da quantificare, dai cittadini. Il pasticcio è quello che ha di fatto bloccato tutti i pagamenti del Comune, provocando emergenze su emergenze (le mense, i riscaldamenti nelle scuole, i servizi sociali, Messinambiente). Un problema squisitamente tecnico ma non per questo meno grave: i pagamenti del Comune, per dirla in soldoni, vengono gestiti tutti da un software informatico che, spiega il vicesindaco Guido Signorino, va “ricodificato” secondo la nuova normativa sulla cosiddetta contabilità armonizzata. Un processo che si sarebbe dovuto attivare mesi fa, per ammissione dello stesso Signorino «la questione andava affrontata con maggiore tempestività», e invece gli uffici si sono mossi con enorme e inaccettabile ritardo. Sbloccando la situazione, di fatto, solo ieri pomeriggio. Problema risolto? Non del tutto, perché l’ultima parola spetterà alla tesoreria di Palermo. Se tutto andrà bene, i mandati di pagamento per Messinambiente dovrebbero partire entro giovedì, in modo da far arrivare gli stipendi nelle tasche dei lavoratori lunedì mattina.
Una tempistica su cui, però, i lavoratori stessi sono diffidenti, perché annunciata dopo giorni e giorni di promesse, rinvii, sms rassicuranti a cui non hanno fatto seguito fatti concreti. Lo sciopero proclamato per martedì scorso era stato sospeso proprio perché ci si era “fidati” di quanto detto dall’Amministrazione, ma poi la realtà è stata diversa. Un clima di incertezza che ha portato i lavoratori, ieri mattina, prima ad invadere Palazzo Zanca e poi, di fronte alle risposte interlocutorie dell’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua, a occupare l’autoparco di via Salandra sbarrandone i cancelli e, di conseguenza, interrompendo il servizio di raccolta.
Almeno cinque i turni saltati: quello delle 14 nei mercati rionali, quello di raccolta delle 21, quello delle 22 dedicato alla differenziata e poi quelli delle 4 e delle 6 del mattino. Uno stop che, a prescindere da ciò che accadrà oggi, provocherà una prima emergenza. Che in caso di mancate risposte certe, potrà solo aggravarsi assumendo, nella peggiore delle ipotesi, proporzioni drammatiche. Con due giorni di stop, servirebbe una settimana per “recuperare”. Se i giorni dovessero essere quattro, invece, Messina rischierebbe di essere invasa dai rifiuti per un mese intero. Un’ipotesi da scongiurare ad ogni costo. L’auspicio è che oggi a Palermo vada tutto come deve andare e che entro giovedì si sblocchino i mandati. Ma in ogni caso quanto sta accadendo a Palazzo Zanca non potrà non avere strascichi.
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