«Le condizioni dei luoghi rappresentano una condizione di pericolo per la privata incolumità». Da qui la decisione, messa per iscritto in un’ordinanza firmata ieri sera dal sindaco Accorinti: i lotti A e B del complesso edilizio di Poggio dei Pini vanno sgomberati. Al provvedimento, che dovrà essere notificato ai residenti dalla polizia municipale e che dispone precisi obblighi per l’amministratore del condominio Giacomo Orlando ed il curatore fallimentare Antonino Mazzei, si è arrivati dopo tre riunioni, l’ultima delle quali, nel pomeriggio di ieri, durata oltre cinque ore.
Dopo il crollo del muro di sostegno (lungo 30 metri e alto 8) delle scale F e G del lotto A di Poggio dei Pini, avvenuto intorno alle 14 di sabato, domenica si sono tenute due riunioni operative, una la mattina e l’altra nel pomeriggio, entrambe nella stanza del sindaco. Erano presenti l’assessore alla Protezione civile Sergio De Cola, il dirigente ed un funzionario tecnico del dipartimento di Protezione civile comunale, i vigili del fuoco, l’esperto del sindaco ed ex assessore Filippo Cucinotta, il curatore del fallimento della Edil San Michele, l’amministratore del condominio ed un tecnico di fiducia di questi ultimi, l’ing. Rosario D’Andrea, oltre ad un rappresentante dell’Italgas (che ha sospeso l’erogazione a causa di perdite dovute al crollo). Ieri al tavolo si è unito anche il dirigente provinciale della Protezione civile regionale, l’ing. Bruno Manfrè.
Dopo un nuovo sopralluogo e la lunga riunione che ne è seguita, si legge nell’ordinanza che «si è appurata la necessità che la curatela e l’amministrazione del condominio facciano eseguire con urgenza ogni accurata verifica dei luoghi privati e condominiali nonché i lavori di messa in sicurezza sia dei manufatti interessati dal crollo sia della soprastante collinetta che incombe sulla viabilità di accesso a detto complesso nonché, nelle more dell’esecuzione delle citate attività, provvedano a rendere l’accesso alle abitazioni, situate oltre il muro, protetto da opportune opere atte a consentire il transito delle persone in condizioni di sicurezza». Durante l’esecuzione dei lavori, però, il sindaco ordina «lo sgombero degli abitanti ricadenti negli edifici dei lotti A e B nonché l’interdizione all’uso degli spazi comuni dei precitati lotti», disponendo «l’assistenza della popolazione interessata dalla presente ordinanza in condizioni di grave disagio da parte del dipartimento Servizi sociali».
«Abbiamo valutato insieme alla protezione civile regionale – spiega l’assessore De Cola – di emettere un’ordinanza di sgombero per la tutela di tutti. Voglio ricordare che ci troviamo comunque in un’area privata, in cui i problemi derivano da una non perfetta realizzazione o valutazione delle opere, non da una calamità naturale. Stiamo cercando di dare una mano, limitatamente a ciò che i nostri compiti istituzionali ci impongono. Abbiamo inviato i nostri mezzi per iniziare i lavori e consentire in qualche modo il transito. La domanda, poi, è sempre la stessa: ma perché quella è una zona edificabile?»
Già, perché? Se da oggi una cinquantina di persone saranno obbligate – l’inottemperenza prevede, da ordinanza sindacale, la denuncia in Procura – a lasciare le proprie case, le ragioni sono da ricercare nel passato, nell’iter che ha reso edificabile quell’area, nella decisione di costruire un complesso così imponente “incastonandolo” in una fragile collina. Una storia che a Messina abbiamo raccontato troppe volte.