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Messina, un altro crollo che non convince

Messina, un altro crollo che non convince

I fischi sul “San Filippo” cadono come la pioggia. Un’altra strana goleada si abbatte sul Messina. Il Benevento spadroneggia in riva allo Stretto come fecero, l’anno scorso, Matera (0-5) e Casertana (1-5). Auteri – ancora lui! – bissa la “manita” della passata stagione, il Messina incassa un’altra umiliazione dopo una settimana di sospetti legati ai flussi anomali di scommesse sulla partita. Partita che poi i bookmakers hanno tolto dai propri palinsesti per eccesso di giocate sul segno X. D’accordo, non è finita in parità, ma non è la prima volta che attorno a una partita dell’Acr – come già successo più volte nella sciagurata passata stagione – si alzano sospetti. E non è un caso che proprio alla vigilia della partita la società peloritana, attraverso il legale Giovanni Villari, abbia presentato denuncia in Procura Federale a causa del “carico” sul pareggio che ha messo sul chi va là i dirigenti del Messina. Un passo obbligato dal codice di giustizia sportiva per non incorrere nell’omessa denuncia. A fine partita, peraltro, gli 007 federali hanno interrogato negli spogliatoi tesserati del Messina e del Benevento per cercare di vederci chiaro attorno a questi sospetti. Una situazione imbarazzante venti giorni dopo la sconfitta (4-1) del “Pinto” di Caserta che ha spinto la Federbet a sollevare il caso sulle clamorose giocate, poi risultate vincenti, di una larga vittoria degli uomini di Romaniello.

Sospetti a parte, ieri l’Acr è stata indecente. Umiliata da un avversario nettamente superiore, fischiata e contestata da una curva fin troppo paziente, un’altra squadra rispetto a quella che solo sette giorni prima si era sbarazzata con una prova autoritaria e convincente del modesto Martina Franca. Il Messina ieri non c’è stato, dall’inizio alla fine. Ha lasciato le chiavi agli avversari ed è rimasto sempre all’angolo, a subire colpi senza mai reagire degnamente. Non ha funzionato nulla. Difesa fragilissima, centrocampo inesistente, attacco sterile. Si diceva che la squadra avrebbe dovuto giocare per il suo allenatore, atteso nei prossimi giorni dalla sentenza del Tribunale Federale e a serio rischio squalifica. Eppure non ha giocato neanche per se stessa, inguardabile come lo era stata a Caserta, inerme e senza quell’orgoglio che mai dovrebbe mancare.

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