Gli ultimi giorni hanno rimesso in discussione quello che sembrava un risultato acquisito: la “salvezza” dell’ospedale Piemonte attraverso l’accorpamento con l’Irccs Neurolesi. Un percorso tracciato e messo nero su bianco con una legge regionale approvata dall’Ars a ottobre e “benedetta” dal ministero della Salute, legge che non è stata impugnata dal ministero della Giustizia che però ha posto un rilievo: la proprietà del patrimonio immobiliare del Piemonte non può essere attribuita, così come previsto dalla legge stessa, alla Regione. Un punto che ha innescato nuove polemiche e scontri politici, un dibattito troppo simile ad una guerra tra bande che sembra poco utile a trovare una soluzione definitiva e che sarebbe opportuno fosse condivisa. Sulla modifica alla legge proposta da un gruppo di deputati e appoggiata dal Governo, che prevede il trasferimento degli immobili (ma solo quelli vincolati ad utilizzo sanitario) all’Irccs, le posizioni sono contrapposte e rischiano di affossare tutto, a pochi giorni dalla seduta dell’Ars fissata per giovedì 7. Un rischio che Messina non si può permettere.
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