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Inchiesta sui finanzieri
Riesame scarcera Calafiore

Inchiesta sui finanziari, il Riesame scarcera Calafiore

Tre finanzieri rimangono agli arresti domiciliari, mentre uno è stato scarcerato con la contestuale applicazione della sospensione dal servizio per sei mesi. Alcune ipotesi di reato previste nell’ordinanza di custodia cautelare sono state annullate.
Ecco il responso del tribunale del Riesame per la clamorosa inchiesta della Procura gestita dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Fabrizio Monaco, che la settimana scorsa aveva portato agli arresti domiciliari quattro finanzieri in servizo a Messina, accusati in un arco di tempo molto vasto, dal 2013 fino all’ottobre 2015, di aver favorito alcuni gestori di lidi e ristoranti durante i controlli di rito per l’emissione degli scontrini, e in alcuni casi di averli preventivamente avvertiti del loro passaggio. Sono stati i loro stessi colleghi ad arrestarli, dopo un’indagine durata tre anni.
Nei giorni scorsi era stato lo stesso comandante provinciale della Guardia di Finanza, il col. Claudio Bolognese, ad intervenire sulla vicenda, sottolineando che «l’indagine riguarda episodi circoscritti avvenuti in alcuni lidi della zona Nord del Messinese». L’alto ufficiale aveva anche spiegato che «mentre venivano svolte altre attività i nostri uomini hanno scoperto quanto avveniva in questi lidi dove altri finanzieri non controllavano e avrebbero avvertito imprenditori amici dell’attività fiscale».
Ieri il collegio del Riesame presieduto dal giudice Antonino Genovese ha annullato integralmente l’ordinanza di custodia cautelare a carico del sovrintendente Gaetano Calafiore, che è assistito dall’avvocato Enzo Grosso, e ha sostituito la misura degli arresti domiciliari con la sospensione dal servizio per sei mesi.
I giudici hanno poi confermato la misura degli arresti domiciliari per gli altri tre finanzieri coinvolti, ovvero il maresciallo Domenico Inferrera e i sovrintendenti Massimo Giuffré e Giuseppe Rondinone, che sono tutti assistiti dall’avvocato Nunzio Rosso.
Il Riesame in questa vicenda non si è invece occupato del quinto indagato dell’inchiesta, l’imprenditore Adriano Fileti, che è assistito dall’avvocato Antonio Roberti, per il quale a suo tempo non è stato emesso alcun provvedimento cautelare dal gip Maria Teresa Arena.
Nei confronti dei tre finanzieri che rimangono ai domiciliari i giudici del Riesame però hanno proceduto al parziale annullamento di alcuni capi d’imputazione contestati, annullando quindi parzialmente l’ordinanza di custodia cautelare e alleggerendo il quadro delle accuse a loro carico.
Si tratta di un caso di falso attribuito a Inferrera e Rondinone (capo e), un caso di abuso d’ufficio attribuito a Inferrera, Rondinone e Giuffrè (capo f), un caso di abuso attribuito a Inferrera, Rondinone e Giuffrè (capo i). C’è anche il capo g tra quelli annullati, un caso di rilevazione di segreto d’ufficio attribuito a Inferrera, Rondinone e Giuffrè, che è stato però preventivamente riqualificato dai giudici.
Per la posizione di Calafiore nel corso del confronto accusa-difesa davanti ai giudici del Riesame, il suo difensore Enzo Grosso aveva tra l’altro sottolineato, anche sul piano prettamente logico prima che giuridico, che il finanziere si trovava agli arresti domiciliari sostanzialmente per una sola telefonata con l’imprenditore Fileti che risaliva addirittura al 2 febbraio del 2013, quindi a ben tre anni prima dalla conclusione dell’indagine.

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