Coerenza e coraggio, non era palesarsi in controtendenza davanti ad una platea collocata politicamente su un'altra sponda, ma con la verità non si sbaglia mai ed allora Antonella Russo, consigliere comunale del Gruppo Misto ma sottoscrittrice di tessera Pd, ha fatto parlare le idee nel corso dell'incontro organizzato a Santa Maria Alemanna da #Indietrononsitorna: «L'inchiesta “Gettonopoli” anche se non mi tocca direttamente non fa fare una buona figura al Consiglio, ma è giusto ribadire che non giustifica ciò che dall'Amministrazione non è stato fatto, tre quarti del programma non è stato rispettato dalla Giunta Accorinti e per questo confermo la mia posizione manifestata con la presentazione della mozione di sfiducia». Bilanci e conti su tutto, ma anche l'attesa nascita della nuova Amam Multiservizi. Un messaggio chiaro: il modello basato sul trasformismo non va seguito ma serve costruire un'alternativa credibile. Sul piano personale, la Russo ha deciso di restare nel Pd: «Una scelta diversa sarebbe stato un tradimento alla città e agli elettori che ci hanno scelto per rappresentare un programma e degli ideali. L'astrazione iniziale del commissario Ernesto Carbone è secondo me da legare ad un errore interpretativo, il Pd è all'opposizione di questa Amministrazione perché ha appoggiato un altro candidato e perso le elezioni, allo stesso Carbone occorre dare il tempo necessario per capire la realtà territoriale e ricostruire il ruolo di quello che continuo a ritenere l'unico vero partito, che conta su circoli ed organismi e può offrire rappresentatività reale». In scia Alessandro Russo, renziano della “prima ora” sul quale il partito sembra contare parecchio per rinascere: «Parlerei di fondazione, perché in realtà non ce n'è mai stata una – spiega -, quello che abbiamo conosciuto in questi anni è un'altra cosa rispetto al partito che si immaginava, il trasformismo delle ultime ore fa chiarezza su molti aspetti e rivela la vera natura di chi ha influenzato un'intera stagione politica. Partito svuotato? Ben venga se serve ad ingranare una marcia diversa, avevamo il 40% dei consensi ma non riuscivamo ad esprimere uno straccio di posizione sulle questioni cruciali». Una battuta anche per il docente Antonio Saitta: «Democratico il Pd messinese forse non lo è mai stato, basti pensare che per scrivere qualcosa diretta a Genovese avrei dovuto chiedere di lasciare aperta la sua segreteria, considerato che non ce n'era una per tutti. Oggi però sono ottimista».
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