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Assunti al Cot 5 ex lavoratori della S. Rita

Assunti al Cot 5 ex lavoratori della S. Rita

"Siamo i primi cinque lavoratori della ex clinica Santa Rita assunti dall’Istituto Clinico Polispecialistico Cot. Una volta tanto vogliamo attirare l’attenzione dei Vostri lettori-telespettatori non su una controversia bensì su una buona notizia". Esordiscono così Stefano Brigandì, Orazio Bruschetta, Benedetta Lo Balbo, Angelo Manganaro e Francesco Maria Meo in una lettera aperta in cui manifestano la loro gioia. "Dopo la chiusura forzata della precedente clinica - raccontano - il fallimento ed una successione di peripezie burocratiche, intendiamo metterci alla spalle e dimenticare oltre 1000 bui e interminabili giorni di mancanza di lavoro. Durante questi anni abbiamo atteso, ora per ora, la buona novella: nel momento in cui la svolta c’è stata, abbiamo scelto quale percorso seguire, fidandoci solo di noi stessi. Abbiamo ripetutamente provato a convincere tutti della validità delle nostre valutazioni: oggi non abbiamo più bisogno di dimostrarlo a nessuno. I tanti ostacoli frapposti e le persone disinteressate al nostro futuro, sono stati accantonati e superati. Tutto ciò comincia ad essere solo un brutto ricordo: così sarà anche per i colleghi che saranno assunti la prossima settimana e ci dispiace per quelli che hanno seguito altre strade. Ringraziamo le nostre famiglie ed i nostri amici che ci sono sempre stati vicini, che hanno sempre creduto in noi, abbiamo finalmente riacquisito dignità e rispetto. Il nostro primo giorno di lavoro, si è concluso con la proiezione di un video che presentava l’Istituto. Non vi nascondiamo che alcuni di noi avevano gli occhi lucidi. Oggi siamo orgogliosi di poter vivere realmente i concetti di Qualità ed Eccellenza in Sanità nel solco dei quali, COT ci sta accompagnando nei percorsi formativi Joint Commission International di riqualificazione professionale. Proprio perché sappiamo bene quale sia la reale situazione economica e sociale che ci circonda, intendiamo oggi trasmettere un messaggio positivo ma soprattutto un'esortazione. Ci siamo chiesti a lungo se fosse legittimo dover lavorare per lavorare, oggi conosciamo la risposta. Una cosa ci rende fieri: non siamo rimasti con le mani in mano, ci siamo profusi per realizzare quest'obiettivo". La lettera è firmata così: cinque lavoratori felici. 

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