Messina

Sabato 27 Aprile 2024

Dopo alluvione si attende messa in sicurezza

Dopo alluvione si attende messa in sicurezza

Luigi e Giuseppe Valla, il piccolo Luca Vinci. Il ricordo del giorno più triste non può che partire da loro. Quelli che il fango di Scarcelli lo hanno pagato sulla propria pelle. Le vittime dell'alluvione che quattro anni fa sconvolse il paese e riaccese i riflettori su Messina e la sua fragile provincia. Sul dissesto idrogeologico, sulle condizioni di montagne e colline. Sulla necessità di mettere in sicurezza un territorio che sicuro non era. E purtroppo, sicuro non è. Neppure oggi.
Era il 22 novembre 2011. Oggi, 22 novembre 2015, la situazione non è cambiata. È addirittura peggiorata in molte zone. E Saponara è rimasta com'era. I tempi per gli interventi si sono dilatati in modo imbarazzante. E purtroppo anche prevedibile, se è vero che la prima ordinanza che metteva a disposizione fondi per i lavori è datata 25 giugno 2012.
Sono serviti sette mesi per ottenerla. Sono passati quattro anni e il paese è ancora com'era il giorno dopo l'alluvione. Colpa della burocrazia, dicono. Fatto sta che una volta che i riflettori si sono spenti, su Saponara è calato il silenzio. Qualche lavoro in verità è stato fatto. Ma sono piccole cose, il grosso è rimasto sospeso.
Il 2016 potrebbe essere l'anno della svolta. Dovrebbero partire le opere finanziate dal governo per quasi 6 milioni di euro. Ci sono anche altri 3 milioni pronti, dal ministero dell'ambiente. La protezione civile regionale che ha in mano la gestione del post alluvione, sta predisponendo il progetto esecutivo di Scarcelli e le gare per le indagini geognostiche nel centro di Saponara. I progetti pronti sono quelli di cui si è occupato il genio civile, Madonnina e San Pietro, su richiesta del Comune. Qualcosa potrebbe muoversi, finalmente.
Resta il dato imbarazzante di quattro anni di attesa per dare risposte a quasi 700 sfollati, a un centinaio di aziende danneggiate. Alle famiglie di Luigi e Giuseppe e del piccolo Luca. Vittime della frana, il 22 novembre 2011. Vittime, insieme ai loro concittadini, della lentezza della burocrazia. Dei progetti che non partono. Dei riflettori che si sono spenti troppo in fretta. E hanno lasciato Saponara, oggi, esattamente come quattro anni fa.

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