Hanno scelto quasi tutti la via del silenzio i consiglieri comunali indagati nell'inchiesta Gettonopoli ai quali è stato imposto l'obbligo di firma presso il posto della Polizia Municipale a Palazzo Zanca prima e dopo le riunioni del consiglio comunale e delle commissioni. I consiglieri sono sfilati ad uno ad uno stamattina davanti al gip Maria Militello che ha siglato l'ordinanza ed i provvedimenti richiesti dal sostituto procuratore Diego Capece Minutolo.
Ma per la maggio parte la linea difensiva è stata quella di evitare qualsiasi risposta. Ci sarà tempo -hanno spiegato i loro legali- per difendersi e respingere gli addebiti mossi dalla Procura.
Pochi quelli che hanno scelto di rispondere alle domande del giudice. Fra questi Piero Adamo che, assistito dagli 'avvocati Massimo Marchese e Francesco Rizzo, ha consegnato una dettagliata memoria difensiva ripercorrendo quasi una per una le singole sedute in cui risulterebbe assente. Adamo ha poi respinto ogni addebito ed i suoi avvocati hanno avanzato al gip richiesta di revoca del provvedimento cautelare.
Ha risposto anche Paolo David capogruppo consiliare del PD. David, che era assistito dall'avvocato Salvatore Versaci, ha spiegato che per la sua funzione di capogruppo l'attività politica si esplica sia conla presenza inaula ma anche con l'assenza. A volte non essere presente in aula, ha detto David, fa cadere il numero legale e questo è anche un atto politico. Anche per lui è stata avanzata richiesta di revoca dell'obbligo di firma. Alle domande del Gip Militello ha risposto anche Angelo Burrascano che ha respinto tutte le accuse mossegli. Scena muta invece da parte di Abbate, Amadeo, Crifò, Crisafi, Zuccarello, Carmela David, Benedetto Vaccarino, Nicola Cucinotta e Fabrizio Sottile. I rispettivi legali hanno preannunciato ricorso davanti al Tribunale del riesame per chiedere l'annullamento del provvedimento.
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