Tra Calatabiano e Messina in queste ore c’è una decisiva corsa contro il tempo. E non sarà l’ultima dell’emergenza idrica che dal 24 ottobre attanaglia la città dello Stretto, dato che sulla collina di Piano Piraino si posiziona solo un bypass, in collegamento con una condotta ancora “dissaldata”, su una collina in frana. Ma certo è questa la sfida fondamentale per i messinesi. L’Amam, la società che gestisce il servizio idrico, punta a ripristinare gradualmente a partire da domenica, forse già da domani notte, la piena erogazione idrica. A Messina affluiscono oggi poco meno di 600 degli oltre mille litri che costituivano la sua fornitura abituale, e l’emergenza ha raggiunto ormai il suo ventesimo giorno. L’acqua viene ancora razionata in molte zone, per poche ore all’alba, e circa il 10 per cento dei messinesi (stima approssimativa dell’Amam) ne subiscono la privazione. Alleviata dalle 38 autobotti operative in 11 punti fissi, e che riforniscono scuole, ospedali, e almeno in parte i condomini privati nelle zone a maggiore criticità. Ad un centinaio di anziani non autosufficienti e disabili l’acqua è garantita da un servizio porta a porta grazie a 80 volontari di Protezione civile. Anche ieri proteste e richieste d’approvvigionamento non sono mancate, in particolare dai cittadini residenti ai piani alti dei rioni Gazzi e Minissale. Hanno perso le lezioni i bambini dell’istituto Catalfamo della primaria “Annibale Maria di Francia” del villaggio Cep dove il malfunzionamento dei serbatoi del plesso comunale ha determinato una dispersione subito dopo il riempimento con autobotte.
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