Messina

Sabato 27 Aprile 2024

Rissa in strada, automobilisti picchiati a sangue

Ortoliuzzo

Cinque persone mangiano e bevono in un locale di Orto Liuzzo, sulla Statale 113. Qualcuno a tavola alza troppo il gomito ed è piuttosto su di giri. All’uscita dall’esercizio, il gruppetto scherza e ride, tra una sigaretta e l’altra. Una Dacia Duster, impegnata in una manovra, rischia di investire uno di loro. «Compare, ma a cu vaddi quannu guidi?», dice nervosamente un ragazzo. L’automobilista reagisce malissimo. E risponde a tono. Assieme a un amico, poco dopo, si trova coinvolto in una maxirissa con i cinque antagonisti, uno dei quali, Giuseppe Mastronardo, 42 anni, verrà arrestato in serata. Sono più o meno le 15 di venerdì e il tratto di strada che attraversa la riviera nord si trasforma in un ring. Volano insulti, spintoni, calci e pugni. Il tutto sotto l’occhio atterrito di passanti e automobilisti in transito. Ad avere la peggio sono i due occupanti del crossover: uno viene colpito in pieno volto; riporta contusioni in fronte, nella regione parietale destra e a un fianco, un’emorragia sottocongiuntivale ed escoriazioni in varie parti del corpo; i medici dell’ospedale Papardo giudicano guaribili le sue ferite in quindici giorni. Va meglio all’amico, che se la cava con tre giorni di prognosi, in seguito ad escoriazioni, ecchimosi e un trauma sottocostale. Ma i cinque non sfogano la loro rabbia solo sulle persone, si scagliano pure contro il mezzo di trasporto dei malcapitati. Nello specifico, la banda danneggia gli specchietti retrovisori della Dacia Duster. Il gruppetto, dopo aver sopraffatto gli antagonisti, si allontana dalla zona del pestaggio a bordo di un veicolo. Le vittime riescono ad annotare il numero di targa e denunciano la disavventura negli uffici della vicina Stazione dei carabinieri di Villafranca Tirrena. I militari dell’Arma avviano le indagini, individuano l’automobile e, soprattutto, il proprietario: si tratta di Giuseppe Mastronardo, nato a Messina e residente a Castanea. Colto in quasi flagranza di reato, alle 21.40 di venerdì viene dichiarato in stato di arresto. Il sostituto procuratore Diego Capece Minutolo, alla luce del grave episodio, «unitamente ai precedenti penali dell’arrestato» e al pericolo di «reiterazione del reato», dispone il giudizio direttissimo dell’indagato, con richiesta di convalida dell’arresto e applicazione degli arresti domiciliari con divieto di comunicare con persone diverse dai familiari conviventi. Ieri mattina, accompagnato dal suo difensore, l’avvocato Salvatore Silvestro, il quarantaduenne ha patteggiato nove mesi davanti al giudice monocratico Claudia Misale. Quest’ultima ha disposto la custodia domiciliare.

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