C’è un disegno preordinato per far morire Messina, oppure la città sconta l’evidente debolezza, o meglio l’evidente inesistenza, della sua rappresentanza politica sui tavoli romani che contano? Forse sono queste le “ipotesi omicidiarie” che si aggirano sulla vergognosa, scandalosa, inaccettabile e inspiegabile esclusione di una delle città metropolitane più importanti d’Italia dai fondi del Masterplan del Governo per il Sud. È difficile individuarne altre. Forse una terza possibile opzione porta alla mancanza di una grande vera progettualità dimostrata dopo l’ipotesi Ponte sullo Stretto. È un fatto comunque che da quel fondamentale piano di sviluppo pluriennale per immaginare un Paese migliore, Messina oggi non c’è, manca, è assente ingiustificata. Ed è, lo ribadiamo, una vera vergogna. Novantacinque miliardi di euro, dicasi 95, e nemmeno un euro, dicasi un euro, per la nostra città. Questa immane “disgrazia” politica non annunciata che rischia di marginalizzare definitivamente uno dei fulcri centrali del Mediterreano e dell’Europa, ieri ha scatenato una serie infinita di reazioni, molte delle quali provengono però dai soliti pontificatori politici del dopo, verrebbe da chiedersi dove si trovavano loro quando si decideva tutto sui tavoli romani per “l’assalto alla diligenza”dei fondi. Forse a cogliere margherite. Uno dei primi a lanciare l’allarme ieri è stato il prorettore dell’ateneo peloritano Michele Limosani, che da sempre è molto attento a questi temi. Ecco quello che scrive: «Un pò stupisce che lo stesso governo non sappia che Taranto non è città metropolitana. Ma quello che più mi preoccupa in queste ore è il fatto di non trovare Messina. Siamo o no città metropolitana? Perché alla nostra città viene negata la possibilità di accedere alle risorse finanziarie previste dal Piano? Chi rappresenta gli interessi della città metropolitana? La città – prosegue Limosani –, vive uno stato di isolamento che ci sta portando alla deriva; mai come oggi appare evidente l’assenza di credibilità, di una progettualità e di una significativa rete di relazioni politiche regionali e nazionali che ci tiene lontani dalla partecipazione ai tavoli che contano, lì dove si decide il futuro del paese e dei nostri territori, a differenza, ahimè, di quanto accade per Catania e Palermo. Continuando così la nostra città è destinata a morire. Continuare così significa rubare il presente e il futuro alle nuove generazioni, che rappresentano l’unica possibilità di rinascita della città». Ecco la reazione del sindaco di Messina Renato Accorinti: «Esprimo sconcerto per l’asso - luta mancanza di attenzione nei confronti delle necessità della nostra Città, tagliata fuori inopinatamente dai progetti e dagli investimenti assolutamente necessari per questo territorio. Invito tutta la deputazione nazionale a farsi carico con immediata urgenza, insieme alla nostra Amministrazione, di un problema che rischia di dare un altro duro colpo alla fragilità strutturale ed economica che scontiamo pesantemente da decenni. Il Governo compie un grave errore, tecnico ed istituzionale, a cui dovrà porre rimedio. Abbiamo da tempo presentato progetti – continua Accorinti –, che attendevano proprio l'occasione del master Plan per potere avviare la messa in cantiere, questa assurda decisione, incomprensibile per le scelte fatte, non deve essere consentita». Il presidente nazionale dell’Udc, Gianpiero D’Alia, ha dichiarato ieri che presenterà «un’interpellanza urgente al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per capire le ragioni che hanno portato a escludere Messina dal masterplan per il Sud», poi va avanti e dice che «c’è anche da chiarire se l’amministrazione comunale, in questi mesi, ha interloquito con il governo centrale e con quali proposte». Ecco invece la visione dell’on. Enzo Garofalo: «L’esclusione di Messina dal tavolo di confronto, che dovrebbe portare alla costituzione di 15 patti per il Sud, è una grave dimenticanza alla quale occorre porre rimedio. Non solo perché è una delle città metropolitane siciliane insieme a Catania e Palermo e, dunque, dovrebbe sedersi di diritto a quel tavolo, ma anche perché riveste, come più volte Ap ha sottolineato, un ruolo strategico nell’ottica dello sviluppo dell’intero territorio nazionale in chiave di apertura al bacino del Mediterraneo». Durissimo il paralmentare del M5S Francesco D’Uva: «È assolutamente inaccettabile che, proprio in queste ore, il Governo possa dimenticarsi di Messina, una città in ginocchio da 10 giorni soprattutto a causa dell’abbandono a cui in questi anni è stata costretta. Se questo Governo avesse un minimo di serietà, ed intelligenza politica, vista la grande risonanza che ha avuto l’emergenza idrica in queste ore, l’avrebbe inserita in cima alla lista delle città con urgente bisogno di un intervento economico. Ed invece c’è ancora chi crede che qualcuno oggi nell’esecutivo abbia veramente a cuore le sorti dei messinesi».
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