A tre giorni dalla scadenza del pagamento della prima rata della Tari, che si può effettuare senza mora entro il 5 novembre, ci sono ancora utenti che non hanno ricevuto i bollettini al proprio domicilio. La possibilità per loro è quella di ritirarli all'ufficio tributi sul viale S.Martino o nella sede della circoscrizione di residenza negli orari previsti. I bollettini si possono pagare in un'unica rata o in tre rate, le altre due il 5 dicembre e il 5 febbraio 2016, tramite conto corrente postale già precompilato. Dall'ufficio tributi però fanno sapere che i pagamenti del tributo sui rifiuti 2015 si possono effettuare anche attraverso altri canali. Questa informazione però non è contenuta né sui bollettini né sul sito del Comune. Tra qualche giorno, fa sapere Romolo Dell'Acqua dirigente del Dipartimento tributi, saranno pubblicizzati opportunamente nelle news del Comune. Questi gli altri canali di pagamento oltre al bollettino postale allegato all'avviso: si può utilizzare il modello F24 semplificato, riportando il codice tributo 3944, il codice catastale del comune di Messina F158 e la goldline che si trova nella fattura stessa. Si tratta della cifra di 18 numeri che si trova in basso a destra nel bollettino. Altra modalità di pagamento possibile è quella tramite bonifico bancario, utilizzando il codice Iban che si trova in basso nel bollettino e segnato nelle indicazioni per coloro che risiedono all'estero. Anche per gli altri dunque si potrà indicare quello stesso codice IBAN. Sulla possibilità di avere l'F24 già precompilato il dirigente fa sapere che è capitato spesso che si siano verificati degli errori da parte dell'Agenzia delle Entrate nella trascrizione dei dati che hanno comportato difficoltà poi nel reperimento delle somme da parte dei Comuni. L'associazione ufficio tributi nazionale ha richiesto delle assicurazioni specifiche all'agenzia delle Entrate che ancora non ha dato risposta. Questo significa che potrebbe prospettarsi anche l'ipotesi futura di avere l'F24 nel bollettino di pagamento anche se la cosa comporterebbe per il Comune un aggravio di spesa da 80 mila, il costo con il metodo attuale, a 200 mila euro.
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