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Vigilanza nell’area
della frana

 Tra i primi ad essere informati della messa in esercizio della condotta idrica del Fiumefreddo che porta l’acqua a Messina, il sindaco di Calatabiano Giuseppe Intelisano. Quella di ieri è stata una giornata campale per l’emergenza idrica di Messina. Si sono conclusi in mattinata i lavori di rinforzo del tubo a rischio con 10 piastre di acciaio, e alle 10.30 si è dato il via all’attivazione della prima pompa dell’acquedotto del Fiumefreddo, con circa 280 litri d’acqua al secondo. Cui faceva seguito, un’ora dopo, quella di una seconda pompa, e nel tardo pomeriggio, di una terza, la più piccola e pari a 120 litri, per un totale di 680 litri-secondo. «Stasera la città dello Stretto –ha detto Intelisano –avrà finalmente l’acqua nei rubinetti». L’Amam di Messina, presente ieCronaca di Messina ri sui luoghi con il presidente Termini e il direttore generale La Rosa, affiancata dai tecnici del Genio civile peloritano, dall’assessore comunale Sergio De Cola e dal geologo Carmelo Gioè, ha atteso che il passaggio dei flussi avvenisse senza problemi. In serata la sezione di Catania della Protezione civile regionale ha predisposto, comunque, alla luce dell’allerta meteo, una serie di presidi (h24) nella zona a valle della condotta. Ciò grazie ai volontari dei Noes di Mascali, soprattutto nel quartiere Manganelli già investito il 24 ottobre dal fiume di fango e detriti. Nel frattempo sono iniziati i primi interventi nella zona collinare sconvolta dalla bomba d’acqua. Tutto ciò nell’area interessata dai lavori di riparazione della condotta, a Piano Piraino, e poi più a valle, tramite appositi drenaggi con pietrisco e sabbia di fiume, e canali per la raccolta delle acque, compresa la rimozione dei cumuli di detriti lungo la via Crujllas. In serata, in Consiglio comunale, Intelisano ha respinto le affermazioni secondo cui tra le possibili cause dei ritardi iniziali nell’intervento sulla condotta, vi sarebbe l’ordinanza sindacale d’interdizione dell’area, emessa il giorno del disastro, a salvaguardia dell’incolumità pubblica. «Voglio ricordare –ha rimarcato – che la mia ordinanza ha fatto seguito ai sopralluoghi congiunti con il Comando dei Vigili del Fuoco di Catania e la Protezione civile, e poi ad una nota del Comando dei Vigili del Fuoco da cui emergeva un movimento franoso attivo a Piano Piraino, a monte dell’abitato. Tanto che è stato attivato il Centro operativo comunale di Protezione civile. Per tali motivo chiederemo a più enti istituzionali un intervento idraulico forestale su quel versante collinare che minaccia l’abitato, e ci attendiamo dall’Amam, oltre alla messa in sicurezza dell’area della condotta, il recupero del tratto iniziale dell’antica scalinata che porta al castello, compromessa dalla bomba d’acqua e la pulizia dell’impluvio del torrente Carruba a monte di Manganelli. Sui fatti di Calatabiano è intervenuto, infine, il presidente della Commissione regionale Antimafia. Nello Musumeci: «Non può essere accaduto per caso. La calamità che ha colpito la collina sopra Calatabiano è il risultato di una mancata o inadeguata azione di controllo del territorio. Fare luce su questo è dovere delle Istituzioni preposte».

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