Si consumano gli ultimi passaggi salienti prima che il piano di riforma della portualità e della logistica spicchi davvero il volo. Sul tavolo, pare, si profila una nuova Autorità portuale di sistema della Sicilia orientale, con i tre porti di Messina, Catania ed Augusta. Ieri, a Roma, all’assemblea di Confitarma, di questi passaggi, se ne è consumato uno di particolare rilevanza: il discorso rivolto agli armatori italiani dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio. Erano presenti, oltre all’ad di Tourist-Caronte Vincenzo Franza, l’ on. Enzo Garofalo, e il presidente dell’Autorità portuale, Nino de Simone. Delrio, dunque, si è concentrato sugli obiettivi chiave della sospirata riforma spuntata alla fine sulla rampa di lancio. Il decreto legislativo sarebbe stato già trasmesso al ministro della Pubblica amministrazione Madia, e forse oggi stesso, al massimo nel CdM della prossima settimana, sarà approvato e consegnato alle commissioni Trasporti di Camera e Senato per il parere entro 60 giorni. In quella sede eventuali errori potrebbero essere corretti ma l’ipotesi pare residuale. È più probabile che il “Dl” tornerà invariato per l’approvazione finale. Dunque, le attuali, sono davvero le ore decisive per le sorti del porto di Messina-Milazzo: il primo per passeggeri d’Italia, il primo per flussi crocieristici di Sicilia. E per di più un’area strategica nazionale e internazionale della mobilità e dei traffici, qual il porto dello Stretto è in sé, senza trascurare la Marina e la GdF, e la cantieristica. Se questo è il quadro delle forze e risorse di Messina (che dovrebbe farne l’assegnataria della sede di governance) suona evidente, purtroppo, che la scelta s’incrocia con pressioni politiche che possono utilizzare anche alcuni validi argomenti. L’accenno fatto ieri, da Delrio, alle 4 direttrici comunitarie che interessano il grande sistema portuale italiano, e quindi le imminenti Autorità di sistema, è stato letto da qualcuno come una possibile vittoria della “sede core Augusta”. Ma non è, per forza, così. Questo potrebbe risultare forse l’appiglio tecnico per togliersi d’imbarazzo nel caso in cui ai tre porti “orientali” fosse attribuito lo stesso peso. Ma sarebbe una via di fuga. «Il sistema Messina-Milazzo ha tutti i numeri, e li ho prodotti a settembre in un dossier – ricorda l’on. Enzo Garofalo, vicepresidente della Commissione Trasporti – : dall’enorme flusso di passeggeri di Messina, ai crocieristi, ai traffici consolidati di Milazzo, al fatto che sarà costruito un porto vero, a sud, per le autostrade del mare e il traffico pesante. Il problema non sta nelle funzioni simili (il crocierismo sia a Messina che a Catania c’è già – ricorda Garofalo – l’abilità di gestione è lavorare in sinergia come chiede la logica di sistema), piuttosto il bisogno della nostra città è quello d’essere messa in condizione di pianificare il suo sviluppo e le infrastrutture che le servono».
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