Un cartella esattoriale milionaria indirizzata a Messinambiente, ma recapitata al comune quale maggiore azionista e un possibile rimpasto di deleghe oltre che di assessori. Seduta di giunta molto intensa oggi, quella convocata dal sindaco Renato Accorinti come ogni martedì, ma con un ordine del giorno sicuramente assai impegnativo. E' di stamattina la notizia, che si è diffusa rapidamente nelle stanze dei bottoni, dell'arrivo del pignoramento di oltre ventinove milioni di euro da parte dell'agenzia delle entrate che aggredirebbe i conti bancari di Messinambiente per vecchi debiti maturati con lo Stato. La notifica sarebbe arrivato negli uffici di ragioneria del Municipio, prima ancora che in quelli della partecipata. Un debito così alto, con una azione di recupero divenuta esecutiva , può mettere a rischio tutta l'impalcatura anti-dissesto dell'amministrazione perchè è precedente al 2013, anno in cui va congelato il piano decennale.
"Eravamo ovviamente al corrente dei debiti - commenta il liquidatore di Messinambiente Giovanni Calabrò- che l'agenzia delle entrate sia passata al pignoramento, senza alcun preavviso, questo ci ha sorpreso. Da una parte aspettiamo che lo Stato dia il via libera per il Piano di Riequilibrio per rientrare dai debiti della partecipata, e dall'altro lo stesso Stato rischia di bloccare ogni azione di quella stessa azienda con un pignoramento. E' un'azione che strategicamente e "politicamente" con comprendo". I dirigenti di Messinambiente, ma anche quelli di Palazzo Zanca sono al lavoro in queste ore per cercare la via per evitare che il congelamento di ogni attività ( ogni euro che dovesse entrare sui conti dell'azienda di via Dogali, per esempio quelli che il comune dà per il servizio rifiuti, verrebbe acquisito dall'Agenzia delle Entrate). Saranno esaminati tutti i ruoli e le cartelle e domani mattina i vertici si presenteranno all'agenzia delle Entrate per cercare una via d'uscita.
In consiglio comunale sulla vicenda è intervenuto il segretario generale e dg Antonio Le Donne: gli atti esecutivi sono assoggettati ai provvedimenti amministrativi, quindi ai debiti cosiddetti "politici". Non dovrebbero essere al momento eseguibili perché sospesi per legge in relazione al Piano. Sembra che siano debiti già inseriti nel piano di riequilibrio, quindi già posti a garanzia".
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