Un colpo di scena che ribalta completamente la sentenza di primo grado. La Corte d'Appello di Messina ha assolto “perché il fatto non sussiste”, l'autista ARISTIDE CALAMUNCI CHIANISI, 35 anni, di Castell’Umberto, accusato di aver violentato una ragazzina di 13 anni sul pullman di linea che conduceva tutti i giorni. Per questa vicenda, risalente al 7 novembre del 2012 l'uomo fu arrestato dai Carabinieri di S.Agata Militello e condannato in primo grado dal gip del Tribunale di patti, Maria Pina Scolaro a cinque anni di reclusione con il rito abbreviato ed alla liquidazione dei danni alle parti civili che erano state ammesse nel processo. Ora la decisione dei giudici di secondo grado che cancella totalmente quella sentenza ed accoglie la tesi sostenuta dalla difesa. Ma per saperne di più bisognerà attendere le motivazioni della Corte. Aristide Calamunci Chianese si era sempre proclamato innocente fin dal giorno del suo arresto. Ad accusarlo la studentessa 13enne, una ragazza di origini sudamericane ma da anni residente a S.Agata Militello.
Calamunci, il 7 novembre di tre anni fa, era in servizio alla guida di un pullmann di una ditta privata di Tortorici, adibito al trasporto degli alunni. Secondo il racconto della tredicenne l'autista, approfittando del fatto che la ragazza era rimasta da sola in fondo al bus, l'avrebbe bloccata, spogliata e costretta ad avere un rapporto sessuale completo. Tornata a casa la studentessa raccontò l'accaduto alla madre che denunciò lo stupro ai carabinieri facendo scattare l'arresto di Calamunci Chianese. Ora il clamoroso verdetto della Corte d'appello che rimette tutto in discussione ed apre le porte della Cassazione al controverso caso giudiziario.