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La Marina considera Messina base strategica

Il contrammiraglio Nicola De Felice, comandante di Marisicilia, è un laziale di 57 anni che ama Messina e continua a ritenerla baricentro insostituibile degli equilibri che regolano gli scenari geo-strategici nel Mediterraneo. Durante la sua visita alla Gazzetta del Sud e alla Fondazione Bonino-Pulejo, ha accettato di discutere su alcuni temi di grande attualità, riguardanti proprio il rapporto esistente tra Messina e la nostra Marina Militare. –

Ammiraglio, come è organizzata la nostra Marina Militare in Sicilia, e a Messina in particolare?

«La base navale di Messina s’in - quadra all’interno del cosiddetto “Polo Aeronavale” siciliano, che comprende “Marisuplog Messina” (Supporto logistico), oltreché l’ex Arsenale militare, oggi affidato all’Agenzia Industrie Difesa. Fanno poi parte del sistema: la Stazione Elicotteri di Catania e la base navale di Augusta. La scelta di ridare nuovo slancio alla presenza della Marina Militare a Messina nasce dalla possibilità di potere sfruttare al meglio le già esistenti strutture logistiche, di supporto alle unità navali e agli equipaggi e le competenze tecniche maturate in Arsenale dopo anni di esperienza lavorativa. La presenza di unità navali a Messina è inoltre legata a fattori strategici nazionali, correlati agli attuali scenari di crisi nel Mediterraneo».

Che prospettive ci sono affinchè Messina torni a essere “centrale”nella visione strategica della Marina?

«La presenza della Marina, attraverso le sue navi ed i suoi equipaggi, sempre più impegnati nel Mediterraneo, rappresenta per Messina una garanzia per il futuro. Le prospettive internazionali non ci consentono di prevedere soluzioni a breve termine delle crisi in Libia ed in Medio Oriente, per cui è facile pensare che unità navali della nostra Marina, anche nel prossimo futuro, troveranno in Messina uno strumento di fondamentale e strategica importanza».

Qual è il rapporto con le istituzioni locali?

«La nostra Marina mantiene saldi legami con le istituzioni locali. In questi ultimi dieci anni circa, si è passati da una condizione di mantenimento di assetti minimi di forza armata, ad una rinnovata presenza di unità navali e di militari. Questa positiva condizione, consente altresì di assicurare in città ulteriori benefici, legati all’indotto generato dalla presenza in base delle navi. Le famiglie dei militari, il personale militare e civile dipendente oltreché tutti i militari della Marina e delle altre forze armate sono inseriti nel contesto sociale ed economico della città».

Avete organizzato una Festa della Marineria ricchissima di eventi. Con quali obiettivi?

«La Marina Militare, in collaborazione con il Comune e l’Università, ha deciso di istituire una manifestazione periodica, orientata alla diffusione della cultura del mare. Tale manifestazione, può senz’altro contribuire a dare risalto alla città ed al cluster marittimo messinese. E la Marina Militare in Sicilia intende rilanciare ed incentivare ad ampio spettro l’amore ed il rispetto per il mare da parte dei giovani siciliani. Gli aspetti inerenti il progetto riguardano la formazione, l’istruzione e la diffusione della cultura del mare, dello sport, della medicina e dell’archeologia subacquea e la tutela del territorio».

Tutto questo comprende anche iniziative e attività di tipo strettamente sociale?

«Assolutamente sì. La Marina è quotidianamente impegnata in attività cosiddette “duali”, ovvero proprio quelle tematiche di interesse sociale a cui lei si riferiva. Già qualche mese fa la presenza di Nave Palinuro in porto a Messina per attività correlate al Wwf Italia ed al progetto “Delfini guardiani” ha confermato la nostra attenzione per le tematiche correlate all’ambiente e alla salvaguardia del sistema marino. Inoltre, la Marina è impegnata con continuità lungo il litorale messinese per lo sminamento di ordigni bellici della seconda guerra mondiale e svolge esercitazioni destinate all’eventuale evacuazione di civili dalle isole minori (come Stromboli). Da segnalare, inoltre, la valorizzazione e la salvaguardia dei beni storici ed archeologici sottomarini, la ricerca scientifica con il Cnr e con le Università».

Pare di capire che Messina sia proprio nel vostro cuore…

«Esatto. Le cito un esempio concreto. Il 22 settembre scorso, all’interno del Comando di Messina si è svolta la cerimonia di consegna di 12 alloggi per il personale imbarcato appartenente alle unità navali dislocate nello Stretto. Un evento che conferma l’attenzione della nostra forza armata per le famiglie dei militari e che rappresenta un ulteriore segnale dell’ormai consolidato trait d’union con la città».

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