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Il Prefetto al Sindaco "Basta criminali sotto la Vara"

L'informativa arriva direttamente dalla direzione investigativa antimafia. "Dagli accertamenti effettuati emerge - si legge - che fra i timonieri e i capicorda dell'ultima processione della Vara vi erano alcuni esponenti della criminalità organizzata e non, con precedenti o con segnalazioni per reati di mafia o ordinari, o destinatari di misure di prevenzione perchè ritenuti socialmente pericolosi". Nella nuova lettera al sindaco Renato Accorinti, il prefetto Stefano Trotta evidenzia che " l'assunzione di determinati ruoli serve strumentalmente a tali persone per ribadire all'opinione pubblica una sorta di messaggio simbolico di impunità e di controllo del territorio". A supporto di queste considerazioni, il rappresentante del Governo ricorda i gravi episodi avvenuti uno nel 2012 e in seguito al quale due componenti del comitato Vara furono condannati per le minacce nei confronti di alcuni esponenti dell'associazione antiracket Addiopizzo e il secondo, nell'edizione 2015, quando il comandante della polizia municipale Calogero Ferlisi fu accerchiato da una decina di tiratori che gli versarono addosso litri d'acqua, mentre uno di loro lo avrebbe anche minacciato. "In materia di legalità -scrive Trotta- occorre, da parte dei rappresentanti delle Istituzioni, una costante attenzione e vigilanza che ne deve sempre ispirare l'azione. Non risulta- aggiunge- che i comitati storico-scientifico e tecnico operativo siano stati modificati in seguito ai gravi episodi, nè se i componenti abbiano sottoscritto il protocollo di legalità promosso dall'allora assessore alla Cultura, Sergio Todesco". E ancora "Se è stato mai costituito il comitato Vara e Giganti della cui composizione avrebbe dovuto essere subito informato lo stesso prefetto per la formulazione di eventuali osservazioni. "Rassegno tutto alla valutazione del sindaco- conclude Trotta- nella certezza che l'impegno profuso dal comune di Messina in materia di legalità (di cui significativa è stata l'attribuzione della cittadinanza onoraria al giudice Di Matteo) non verrà offuscato dal contro-messaggio che altri e più importanti eventi cittadini potrebbero insinuare nella collettività". 

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