La novità principale, inserita nell’avviso di chiusura delle indagini, è l’esclusione del reato più grave quello di riduzione in schiavitù. La Procura dunque si allinea alla decisione del Tribunale del Riesame e alleggerisce non poco la posizione delle dieci persone raggiunte dal provvedimento ed arrestate nell’ambito dell’operazione “Copil” consentì di impedire la compravendita di un minore romeno ad una coppia di Castell’Umberto. Un progetto scaturito dal desiderio di maternità di una donna che non si è mai rassegnata all’idea di non poter avere un figlio e per questo con il marito si rivolse ad una serie di persone che, in cambio di denaro, procurarono un bambino in Romania organizzando tutto per l’iscrizione nei registri comunali e perfino un finto funerale. Il provvedimento ha raggiunto proprio i due coniugi Calogero Conti Nibali e Lorella Conti Nibali,per molto tempo residenti in Svizzera, Bianca Capillo, Ugo Ciampi, Silvana Genovese, Nadia Gibbin , Maurizio Lucà, Tindaro Calderone, Pietro Saracino e Sebastiano Russo di Messina, Aldo Galati Rando e Franco Galati Rando di Tortorici Vincenzo Nibali di Castell’Umberto. Placido Villari di Rometta, Vito Calianno di Fasano e la romena Julieta Radulescu. Le indagini hanno consentito di appurare che Calogero e Lorella Maria CONTI NIBALI, dopo la nascita di una figlia affetta da gravi disabilità, sin dal 2008 avevano tentato più volte, con l’esborso di cospicue somme di denaro, di reperire un bambino, al quale sarebbero state attribuite le generalità di Carmelo Luca CONTI NIBALI, un fantomatico figlio maschio del quale nel gennaio 2008, la madre adottiva con la complicità di Bianca Capillo, aveva fatto figurare la nascita, inesistente, mediante false certificazioni e false dichiarazioni all’ufficiale dello Stato Civile del comune di Castell’Umberto.
Nel novembre scorso i Carabinieri scoprirono però che Bianca Capillo, attraverso una serie di amicizie aveva convinto una donna messinese a cedere il figlio a fronte di un anticipo di 30.000 euro. I due si trasferirono a Castell’Umberto nell’abitazione dei coniugi CONTI NIBALI ma dopo qualche giorno rientrarono a Messina poiché la donna ci aveva ripensato.
Avendo già ottenuto dal comune di castell’umberto la carta d’identtà del bambino con false generalità la coppia aveva persino pensato di simulare la morte per malattia del mai esistito Carmelo Luca, il funerale e la conseguente cremazione. Nel frattempo i coniugi incaricarono Franco GALATI RANDO di trovare un altro minore questa volta in Romania. Trovato il bambino e fattolo giungere a Messina entrarono in scena i Carabinieri che bloccarono l’auto appena sbarcata a Messina facendo scattare gli arresti della prima tranche dei responsabili della tratta.
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