Sono 236 i migranti sbarcati martedì al molo Marconi. Uomini, donne e bambini che dopo un’intera settimana di navigazione sono riusciti a raggiungere le coste siciliane. I soccorsi sono giunti dalla nave croata “A. Mohorovic”, con a bordo un ufficiale di collegamento della Guardia di Finanza, e dal pattugliatore delle Fiamme Gialle “Denaro”, che domenica mattina hanno abbordato il peschereccio malconcio sul quale viaggiavano, trasbordando tutti prima che accadesse il peggio.
Hanno raccontato di aver viaggiato per sette giorni in mare prima di essere soccorsi. Partiti da diverse spiagge dell’Egitto, sono stati trasferiti sul barcone solo dopo essere passati da un’imbarcazione all’altra, via via più grande, che potesse contenerli tutti. Privi di documenti o effetti personali, senza più nulla ormai, costretti da scafisti violenti a bere acqua salmastra, hanno rischiato tutto pur di raggiungere l’Europa e fuggire da situazioni disperate.
Un viaggio costato dai 3 ai 4mila euro, pagato in valuta egiziana. Una parte all’imbarco, il resto verrà corrisposto dai parenti rimasti in patria nel momento in cui avranno certezza che i loro cari sono giunti sani e salvi. Sono giunti in Italia lasciando alle spalle storie terribili di fame, guerra e persecuzione. Storie di uomini e donne che, con i loro bambini, hanno affrontato viaggi che in alcuni casi sono durati anche mesi. Le loro testimonianze, anche stavolta, hanno consentito ai poliziotti della Squadra Mobile ed i militari della Guardia di Finanza ad individuare i 7 scafisti, tutti egiziani, che pilotavano il peschereccio sul quale sono stati tratti in salvo.
MAHAMMED MAHAMMED ALI Gomma, 41 anni; ISMAIL CHABEN DAROUCH Hidaia, 40 anni; MANSOUR AWAD Walid, 24 anni; SELIM Houssine, 27 anni; ed in più tre minori, un 16enne e due 17enni. Sono stati tutti arrestati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I maggiorenni sono stati trasferiti presso il carcere di Gazzi, mentre i tre minori sono stati affidati ad un centro di prima accoglienza cittadino. I migranti sbarcati a Messina sono stati rifocillati, visitati e fotosegnalati, quindi trasferiti in parte presso i centri di accoglienza cittadini ed in parte in altri centri del nord Italia.
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