I 4 mezzi dovranno essere restituiti entro lunedì prossimo al dipartimento regionale per la protezione civile. A doversene disfare l’associazione Mari e Monti, il nucleo diocesano di protezione civile, l’organizzazione Europea di prevenzione e protezione civile e infine l’Accir. L’appello è firmato dai quattro responsabili: Massimiliano Minutoli, Giuseppe Venuto, Giovanni Buscemi e Luciano Clemenza che hanno appreso solo il 14 agosto scorso che nella graduatoria dei mezzi messi a bando era assente il Comune di Messina per la mancata presentazione della richiesta. Un fatto inspiegabile –scrivono- viste le conclamate criticità del territorio e che al bando regionale potevano partecipare esclusivamente quei comuni che hanno attuato un piano di emergenza. Il dipartimento siciliano di protezione civile ha quindi distribuito diversamente i 25 moduli antincendio in servizio nella provincia di Messina. La preoccupazione dei volontari è che la restituzione dei mezzi lascerà completamente scoperta la città nel contrasto sia alle emergenze incendio che a quelle collegate con il dissesto idrogeologico, per la possibilità di trasportare le idrovore per risolvere gli allagamenti, e in altre occasioni come il trasporto delle torri faro utilizzate per lo sbarco dei migranti. Il loro intervento è stato necessario dall’alluvione del 2007 in poi. Secondo i quattro firmatari, il comune non avrebbe partecipato per la mancanza in pianta organica di personale in grado di guidare i moduli, ma fino ad oggi lo stesso ente ha demandato alle associazioni questo servizio e quindi ai loro uomini, dunque poteva benissimo proseguire assegnando i mezzi in comodato d’uso. Adesso il problema si dovrà risolvere in altro modo posto e cioè bisognerà noleggiarli da chi ha ottenuto l’assegnazione come Saponara o Villafranca. Sulla questione il presidente del consiglio comunale Emilia Barrile ha gia scritto al sindaco Accorinti e all’assessore alla Protezione civile Sergio De Cola a cui chiede con urgenza spiegazioni e soprattutto soluzioni
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