Si doveva giocare d’anticipo, si corre invece, ora, affannosamente, per aprire i cantieri e proteggere al più presto Galati dalle mareggiate. Dovrebbe (anzi deve) essere bandita in questa settimana a Palermo la gara, anzi la procedura abbreviata, per assegnare i lavori di difesa del litorale, su cui affacciano le Case Raciti. Esce fuori dai cassetti il progetto redatto dalla Sezione di Messina della Protezione civile regionale, divenuto esecutivo e cantierabile già la scorsa primavera, a seguito dell’emergenza creatasi a Galati, tra il febbraio e il novembre del 2014. Oltre al fronte più esposto, quello delle Case Raciti ed alle fondate paure delle 50 famiglie che le abitano, tutti ricordano la distruzione del campo comunale di calcio, nonché i ripetuti allagamenti di altre case a piano terra, negozi, persino della farmacia che si affaccia all’interno, sulla via Nazionale, all’altro estremo del villaggio. Per quest’emergenza, dopo oltre 5 anni d’inerzia, Regione e Comune avevano concordato un piano in due fasi: la protezione urgente affidata al progetto della Protezione civile, gli interventi di lungo periodo con i fondi europei (4 milioni) conquistati da Palazzo Zanca per Galati-Santa Margherita. Ma la fase “a”, quel progetto che doveva viaggiare coi ritmi dell’urgenza, solo ora esce dalla palude. Eppure lo scorso 22 aprile 2015, da Palermo, era arrivato l’ultimo via libera: quello del dipartimento Vas della Regione. L’appalto toccava appunto all’Ufficio del commissario delegato al rischio idrogeologico, non appena ricevuti gli incartamenti da Messina. L’assessore regionale Maurizio Croce aveva trovato i nuovi fondi necessari (da 200 a 400.000 euro) visto l’obbligo di adoperare solo massi di 4. categoria. Giudicati dal Genio civile più adeguati ad un barriera urgente da collocare 20 metri più a monte della battigia. Barriera rideterminata: 275 metri. Lo scorso 22 aprile, tutti erano convinti si potesse avviare la gara in un mese, e iniziare i lavori d’estate. Erano tempi dovuti, ma ciò si è rivelato utopistico a fronte della “riorganizzazione”, dell’Ufficio commissariale per il rischio idrogeologico, e poi delle ferie estive. Come se non vi fosse urgenza...
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