Tante fiaccole rosse hanno illuminato ieri sera le principali vie del centro storico e il corso Garibaldi: erano le svariate centinaia di messinesi che, spontaneamente, anche all’ultimo momento, hanno aderito al corteo organizzato dal Comune, i sindacati e le associazioni che assistono gli immigrati, in memoria dell’interprete tunisina Omayma Benghaloum. Un evento toccante incentrato sul tema drammatico del femminicidio, al quale è intervenuto anche il console tunisino a Palermo, e attraverso il quale la città ha reso omaggio alla donna, madre di quattro figlie, uccisa il 4 settembre scorso, nella sua casa di Sperone, dal marito Dridi Faouzi furioso perché la moglie non intendeva piegarsi alla sua volontà di far ritornare le figlie in Tunisia. Omayma a Messina si era integrata bene, lavorava da anni come mediatrice culturale e interprete per il Tribunale dei minori e da alcuni mesi, collaborava anche, durante gli sbarchi dei migranti, con l’ufficio Immigrazione della Questura. Proprio il 4 settembre, a seguito dell’identificazione, al molo Marconi, di 838 migranti, aveva lavorato fino quasi alla mezzanotte ed il cinquantaduenne marito, al ritorno a casa, l’ha uccisa al culmine di una lite con una violenta bastonata alla testa. Alla manifestazione di ieri erano presenti, tra gli altri, il sindaco Renato Accorinti, le assessore comunali alle pari opportunità e ai servizi sociali, Patrizia Panarello e Nina Santisi, diverse consigliere comunali, esponenti dell’associazionismo messinese variamente impegnato contro violenze di genere e discriminazioni, ed ancora giovani ed educatori del centro Ahmed, ma soprattutto – il dato più bello – tanti messinesi d’ogni età che non sapevano della fiaccolata ma i quali, appreso ch’era dedicata ad Omayma, si sono accodati in silenzio. Il corteo s’è snodato in un clima di commozione e di raccoglimento spirituale e religioso, ma anche naturalmente d’impegno civile, data la drammatica attualità del femminicidio in Italia. Partito da piazza Antonello, ha raggiunto piazza Unione Europea dopo ver percorso il corso Cavour e le vie Cannizzaro e Cesare Battisti
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