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Emergenza carcasse
al Canile di Castanea

 È il forte di avanguardia per l’accoglienza, il mantenimento e la cura dei cani della città e di diversi comuni della provincia. Dà lavoro a diverse persone ma soprattutto si avvale di un gruppo straordinario di volontari guidato da Caterina Merenda, presidente della Lega nazionale per la difesa del cane. Eppure, da una ventina di giorni il Canile “Millemusi” di Castanea, gestito in convenzione con il Comune, è alla prese con una emergenza inaccettabile, che si fa via via più pesante. Si tratta del blocco temporaneo del servizio comunale per lo smaltimento speciale delle carcasse dei cani che, prima o poi, naturalmente, muoiono. Sono ventidue i corpi accumulati nel deposito della struttura, che ospita quasi 450 animali e che dista un paio di chilometri dal centro abitato. Ma la sfortuna ha voluto che proprio di recente la cella frigorifera del canile, che comunque non potrebbe contenere mai ventidue carcasse, si sia guastata. Non ci vuol molto a comprendere quanto sta avvenendo: nonostante le migliori misure possibili adottate dai gestori, gli acri odori delle carcasse in decomposizione si spargono nell’ambiente, con disagi immediati per volontari ed operatori. Su questo potenziale rischio di emergenza igienico-sanitaria sono stati debitamente informati il Dipartimento Sanità del Comune diretto dall’ing. Domenico Signorelli, l’Asp 5 e la Prefettura. E verifiche sono in corso da parte del nucleo Decoro e Benessere degli animali, coordinato dal commissario Santagati. Il nodo da sciogliere sembra essere per lo più di natura finanziaria: per la continuità di tale servizio comunale occorrerebbe bandire una nuova gara e in questo momento Palazzo Zanca avrebbe difficoltà a reperire tutte le somme sufficienti. Se il nodo non sarà sciolto, potrebbe rendersi necessario uno smaltimento speciale affidato d’urgenza. Perché, in un modo o nell’altro, 22 carcasse andranno smaltite.

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