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Omicidio Omayma, proposta intitolazione di una via

Una piaga che non accenna a guarire. La violenza sulle donne, i comportamenti autoritari di uomini senza controllo, il femminicidio. L’ultima vittima Omayma Bangaloum era una donna modello. Una mamma dedita alle sue quattro figlie alle quali non voleva far mancare nulla. Il marito, Didri Fauzi, l’uomo che l’ha ucciso con due colpi di bastone alla testa, svolgeva solo lavori saltuari. Per questo lei da tempo aveva iniziato a collaborare con l’Ufficio immigrazione della Questura. Era una mediatrice culturale, parlava l’arabo ed ultimamente era impegnatissima nell’accoglienza ai migranti. Con quello che guadagnava in pratica manteneva la famiglia. Eppure al marito tutto ciò non andava bene. Non accettava che la moglie rincasasse tardi dal lavoro, non si trovava più bene in Italia e voleva tornare in Tunisia. Ma Omayma non era d’accordo.. Lei pensava soprattutto al futuro delle bambine, nate in Italia, perfettamente integrate e con uno stile di vita ormai occidentale. Voleva crescessero in Italia dove lei, al contrario del marito, era felice e realizzata. Il suo rientro a casa a mezzanotte giovedì è stata solo la scintilla di un malessere che covava da tempo nel 53 enne tunisino che non ha esitato a impugnare il piede di un tavolino ed uccidere Omayma a bastonate. Incurante di quelle quattro bambine di 11, 8, 4 e 2 anni il cui futuro è ora una grande incognita. Per ora sono ospiti di una casa famiglia ma in Tunisia vivono i parenti dei genitori che potrebbero chiedere l’affidamento. Probabilmente l’ultima parola toccherà al giudice minorile. Il caso di Omayma ha riproposto in tuttala sua gravità il tema del femminicidio. Per l’assessore alle pari opportunità Patrizia Panarello la violenza sulle donne è un fenomeno sociale abnorme diffuso e molto preoccupante che va indagato nella sua complessità e contrastato con ogni mezzo” La panarello propone che una via di Messina sia intitolata a Omaymai". E Maria Andaloro di Posto Occupato invita tutti a non attribuire alla gelosia o all’amore la volontà di uccidere e chiede di diffondere, il giorno dei funerali di Omayma, la locandina di posto occupato ovunque in città, panifici, farmacie, teatri, librerie, asili scuole, uffici pubblici e privati, in piazza come sul tram o nei supermercati. In ogni luogo dove lei avrebbe potuto andare e che non potrà mai più esserci».

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