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Acr Messina e Comune provano a fare squadra

Stadio Celeste

 Rispetto al passato i rapporti sono apparentemente idilliaci e il clima di collaborazione stabilito potrà certamente giovare per trovare intese con più facilità. Ciò non significa, però, che Acr Messina e Comune eviteranno di fare i conti sull’utilizzo degli stadi cittadini, piuttosto è probabile che su alcune posizioni si troveranno anche in disaccordo. Precisiamo subito che i debiti accumulati dal club giallorosso sono da attribuire alla precedente gestione, la quale ha goduto degli impianti senza versare quanto stabilito. Ma stabilito da chi? Questo è uno dei nodi più importanti: per mesi la società che militava e militerà ancora in la Lega Pro, ha utilizzato San Filippo e Celeste per la prima squadra e le formazioni giovanili in attesa di un accordo (colpevole ritardo del Comune!) da sottoscrivere, nella forma del comodato d’uso, che desse sostanza e forma alla parola data. In assenza della concessione annuale, per evitare che scoppiasse un autentico caso con la chiusura degli impianti, l’Acr ha continuato a beneficiare delle due strutture, mentre da Palazzo Zanca venivano contabilizzate le “prestazioni” fornite secondo le tariffe varate dal consiglio comunale. Ad oggi la situazione non risulta cambiata, perché nonostante la bozza di comodato d’uso sia stata approvata dalla giunta, la vecchia proprietà del Messina non ha controfirmato l’atto che dunque non avrebbe efficacia. Che vi siano delle somme da saldare è certo, come testimoniato dalle fatture spedite dagli uffici municipali ai vertici del club: ma a quanto ammonta la somma complessiva che il Messina dovrebbe riconoscere al Comune? Numeri alla mano, secondo i resoconti stilati dagli uffici comunali, la cifra dovrebbe aggirarsi intorno ai 200mila euro, dalla quale andrebbero però sottratte le quote in compensazione per gli interventi di manutenzione effettuati dalla società. In atto, è in corso un contenzioso che potrebbe incidere anche sull’attuale gestione, se l’Acr dovesse essere giudicata effettivamente inadempiente. In questo caso si dovrà risalire all’intesa sancita in sede notarile per il passaggio di mano della proprietà al gruppo Stracuzzi e verificare chi dovrà sobbarcarsi gli eventuali addebiti. Tornando agli stadi, senza firma dell’accordo non vi è neppure un verbale di consegna delle strutture da consultare, con tutto ciò che questo comporta: non è possibile, ad esempio, appurare con precisione i lavori effettuati e a quali costi. La società, che ha recentemente lamentato le condizioni fatiscenti della Foresteria per la presenza di topi ed altri insetti, oltre alle consuete infiltrazioni d’acqua, usufruisce di dieci stanze nell’ala est del San Filippo ma non pagherebbe le utenze perché legate ad unico contatore collegato a tre strutture di natura e proprietà diversa. Paradossi su paradossi. Ultimo punto, l’acquisto del materiale sottratto furtivamente dalla sala operativa del Gos: la presidente del consiglio comunale, Emilia Barrile, ha invocato celerità. C’è l’impegno dell’assessore Sebastiano Pino

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