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Viale Europa, sventato
un possibile crollo

Un rischio drammatico che con il passare del tempo si sarebbe aggravato ed avrebbe potuto causare il crollo di un tratto della più trafficata strada del centro. Non il piccolo ponte Santo Stefano della Statale 114, il cui schianto 15 anni fa solo miracolosamente non causò vittime né feriti, ma il cuore del viale Europa, all’altezza della rotatoria “Boris Giuliano”. Sono stati provvidenziali i lavori svolti tra luglio e metà di agosto, quelli disposti in variante all’appalto comunale ancora in corso per il consolidamento strutturale delle fondazioni della strada, ovvero della copertura del torrente Zaera, 3 metri al di sotto del piano viabile solcato ogni giorno da migliaia di auto e Tir. Tutto è successo nell’ambito dell’intervento di manutenzione straordinaria dei due torrenti coperti risultati nel 2012 in condizioni di fragilità in relazione al Tram: il viale Europa e il viale della Libertà ai rispettivi incroci con il viale San Martino e la via Brasile, ovvero i torrenti Zaera e San Licandro. Durante le lavorazioni si è verificata una sconcertante scoperta, una verità aggiuntiva rispetto a quelle rilevate nei sondaggi a tappeto del 2012, che riguardarono anche le fiumare Portalegni, Boccetta, Trapani e Giostra. Al di sotto della rotatoria Giuliano e poco più a monte della via La Farina sono state scoperte due voragini larghe quanto l’alveo e lunghe circa 30 metri, per una profondità di due. Due paurosi sprofondamenti della copertura dell’alveo, causate dall’erosione delle acque e soprattutto dei liquami abusivi, che avrebbe potuto far collassare gli elementi strutturali dell’impalcato stradale. Questi ultimi, poi, versavano in condizioni di deterioramento, e non a caso sono stati risanati e consolidati. Fatta la scoperta il direttore dei lavori Angelo Lucentini, il responsabile del procedimento Salvatore Bartolotta e il dirigente dell’ufficio Infrastrutture Antonio Amato hanno fatto scattare i lavori in variante, subito possibili grazie al consistente ribasso d’asta (30%) dell’appalto originario. Cosa s’è fatto? «Abbiamo dovuto riempire – spiega Lucentini – circa mille metri cubi di vuoto con una grande quantitativo di materiale. Essendo le due voragini lunghe 30 metri, larghe 14,40 e profonde 2, per un metro e mezzo lo abbiamo colmato con strati di pietre di varia pezzatura, dai 4 ai 12 centimetri, per il rimanente mezzo metro abbiamo usato il conglomerato ciclopico, composto da calcestruzzo e pietrame». Sicurezza garantita? «Per i prossimi 10 anni sicuramente, ma questa fiumara andrà costantemente monitorata come, del resto, va sempre fatto per tutti i torrenti coperti». Insomma un vero salvataggio eseguito in silenzio ma non invisibile, con quell’enorme gru alla rotatoria Giuliano che, attraverso la botola, riforniva gli operai dell’impresa Mg di Ganci dei flussi di cemento e pietre.

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