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San Saba, il villaggio sfregiato dai liquami

 Lunedì scorso una serie di eruzioni, di liquami, in quattro punti dell’affollato lungomare di San Saba. Ieri pomeriggio ancora nuove fuoruscite dai tombini e conseguenti cascate, di liquami più densi, hanno ammorbato le spiagge delle contrade Giudeo e Mella. Le stesse che il 4 luglio 2015, ben prima che il depuratore comunale fosse posto sotto sequestro (il 5 agosto) hanno subito addirittura l’invasione di fanghi color petrolio provenienti dall’impianto. Lì dove pochi giorni fa è intervenuta la Guardia Costiera riscontrando la parziale rottura di uno dei sedimentatori, e contestando deficienze nella gestione dei rifiuti e nei documenti sullo smaltimento dei fanghi. Tutto finito nell’ordinanza firmata del gip Maria Militello, su richiesta del sostituto procuratore Alessia Giorgianni. Ma torniamo agli ultimi due episodi denunciati, con corredo di foto, non solo dal consigliere Mario Biancuzzo ma anche da vari cittadini indignati come il giovane Andrea Lippolis. Lunedì pomeriggio, come dimostrano le immagini che pubblichiamo, tante famiglie e comitive –prime vittime gli anziani e le madri con bambini – hanno dovuto fronteggiare lungo il marciapiede del Lungomare le fluviali pozzanghere, il tanfo e gli schizzi prodotti dalle auto anche a passo d’uomo sull’unica via del borgo. Ieri, cessate le fuoruscite e le pozzanghere sul lungomare principale, si è tornati a soffrire sulla spiaggia delle contrade Giudeo e Mella. Lì dove incombe il vecchio e sottodimensionato depuratore. Ancora una volta la rabbia del consigliere che si è rivolto ai vertici dell’Amam: «Dovete dirmi una volta per tutte, perché i liquami fognari fuoriescono in tutto il villaggio di San Saba! E poi l’ennesimo resoconto di giornata: «Oggi alle 15 mi è stata segnalata via cellulare l’ennesima copiosa fuoriuscita di liquami fognari. Appena giunto sul posto ho notato un fiume di liquami che, dopo aver attraversato la spiaggia, si riversavano in mare. I liquidi copiosi fuoriuscivano a pressione dal tombino. I villeggianti ed i residenti del complesso Le Lampare guardavano attoniti e con il naso otturato lo spettacolo vergognoso. Ed ancora: «Perché si verificano in continuazione fuoriuscita di liquami in un borgo che è un fiore all’occhiello della riviera nord? Ma le pompe di sollevamento del depuratore funzionano? Oppure sono staccate? Come consigliere eletto democraticamente dai cittadini chiedo spiegazioni. Inquinare il mare è un reato. Dovremmo favorire il turismo ma così perdiamo tutto. Rischia di morire un villaggio popolato da migliaia di turisti e di famiglie messinesi». Se morissero così i villaggi più belli dello Stretto, invece d’essere risanati dopo decenni d’incuria e abbandono, finirebbe risucchiata in un buco nero l’anima di Messina.

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