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Rifiuto selvaggio, scatta l’ora delle stangate

 La spazzatura di molti, troppi messinesi viene gettata nel cassonetto quando si può, non quando si deve. L’orario 18-22 sembra una verità sconosciuta, oppure un peso insopportabile. Fissato con ordinanza 25 anni fa, è uno stile di vita che non riesce a imporsi, nemmeno a penetrare negli equilibri di molte, troppe famiglie. Che sia un avanzo di pesce o un pannolino, un mucchio di cartoni o un divano. Lo si nota ogni giorno e sarebbe vile affibbiare ogni colpa, in esclusiva, a MessinAmbiente, all’Ato o al Comune che pur funzionano male – sia chiaro – per - ché non riescono ad arginare le discariche abusive come le squallide erbacce che infestano mezza città: i rioni e le contrade, strade del centro strategiche o meno. Ma il contributo al degrado dato da molti, troppi messinesi sta sotto gli occhi di tutti. Per una buona parte delle condotte contrarie all’igiene, quelle in cui il sacchetto fuori orario viene almeno collocato nel cassonetto, non occorrono certo lunghi appostamenti. Basta fermarsi qualche decina di minuti vicino a una fila di cassoni, e si osserveranno in successione decine di messinesi d’ogni età e condizione conferire i rifiuti sotto il sole. Disinvoltamente, automaticamente, presi dallo stress della vita. Ma in quel momento improbabili abitanti di una città civile. Per i più gravi casi di discarica selvaggia, quella attuata subdolamente di notte da chi scaraventa rifiuti industriali, commerciali o artigianali vicino ai cassonetti, ci vorrebbero le telecamere e pene esemplari. Ma c’è l’arma degli appostamenti, dei controlli mirati e dei blitz interforze. Per tutto questo, che può definirsi una lotta senza quartiere per fare cambiare in città gli stili di vita prevalenti, va apprezzata la nuova iniziativa assunta dall’assessore comunale all’Am - biente, Daniele Ialacqua, di concerto con la società MessinAmbiente. Si tratta di una piccola “task force” della Polizia municipale, coordinata dal commissario Biagio Santagati, alla quale fino a settembre è stato affidato il controllo sul conferimento dei rifiuti in città, a partire da tutti i siti della balneazione, nonché quello sull’efficacia dei servizi svolti dalle squadre di MessinAmbiente nelle aree critiche. Là dove i cittadini sono abbandonati, esasperati, disperati. Si contano a centinaia le discariche selvagge a Messina. Pezzi di città in cui, per decine di metri di strada o marciapiede, si ha la certezza, che le squadre di MessinAmbiente passino, se va bene, una volta a settimana. La solita regola: quella per cui i mezzi devono dare la precedenza alle aree dei cassonetti in senso stretto, e potranno intervenire, per la discariche selvagge, solo successivamente. Ma così pezzi di Messina restano costellati da incancrenite distese di pattume. E troppi cittadini dimenticano che il degrado generale non giustifica il sacchetto gettato nel cassonetto alle 10 o alle 12 del mattino. Ieri una decina di messinesi hanno subito la severa sanzione prevista dall’ordinan - za 1369 del 1991. Centotré euro: di questi tempi di dure bollette uno choc, e si sono vissuti momenti di tensione. Ma la via di una città civile è fatta di due cose: la consapevolezza dei cittadini, quali utenti responsabili, e l’efficacia di un Comune che non deve allargare le braccia, incapace, dinnanzi ad una miriade di discariche abusive. E che deve stangare anche e soprattutto, con le multe da 500 euro in su, chi devasta e inquina con frigoriferi, divani, rottami e perfino eternit, la nostra città.

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