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Tutti i retroscena dell’emergenza rifiuti

«Siamo come dei funamboli che camminano in equilibrio su una fune». Spiega così l’ing. Roberto Lisi, direttore tecnico di MessinAmbiente, qual è la condizione dell’azienda che, fino a quando non sarà completato il passaggio di consegne all’Amam, si occupa dei rifiuti in città. Obbligati a fare gli equilibristi perché, come ha spiegato anche nella conferenza stampa di “arrivederci” dell’ormai ex commissario Ciacci dall’assessore all’Ambiente Ialacqua, «in questo settore si è in emergenza sempre». Anche quando sembra tutto a posto, anche quando la raccolta sembra procedere con regolarità. Perché basta un solo tassello fuori posto – un mezzo che si guasta, e succede spesso, o la discarica che chiude per poche ore, e ultimamente succede spesso anche questo – per far andare in tilt l’intero sistema, per parecchi giorni. Ed è proprio la situazione di queste settimane, è la risposta alla domanda che tanti cittadini pongono, “perché tutta questa spazzatura?”. Ecco cosa sta succedendo. Il problema non riguarda tanto la raccolta, se non per una sofferenza limitata ai mezzi più piccoli, che tendono a guastarsi, e che quindi possono provocare ritardi nei villaggi e nelle strade più strette. Il problema vero, come confermato anche dal neo commissario Giovanni Calabrò, è nello smaltimento. Ossia, piattaforma di Pace che si riempie e trasporto in discarica a singhiozzo. Perché? Le cause sono due. La prima nasce a Catania, a Motta Sant’Anastasia, dove l’Oikos, la ditta che gestisce la discarica, nelle ultime settimane ha interrotto in più occasioni il servizio, guarda caso quasi sempre alla vigilia dei pagamenti attesi da Palazzo Zanca. In un’occasione ha comunicato il giorno prima a MessinAmbiente che l’indomani la discarica sarebbe rimasta chiusa per manutenzione. In altre occasioni ha chiuso i cancelli per 3-4 ore, quanto basta per far saltare un turno di smaltimento a MessinAmbiente. Un turno saltato significa, a cascata, “ingolfamento” della piattaforma a Pace e rallentamento nella raccolta, per non sovraccaricare ulteriormente il sito della zona nord. Se a questo si unisce l’aumento della produzione di rifiuti che annualmente si verifica in estate, ecco che scatta l’emergenza. Soprattutto lungo la Statale 113, lì dove i villaggi rivieraschi si popolano di vacanzieri. «Lavoriamo costantemente per mettere mano all’emergenza – assicura Calabrò – e in questo sta continuando la preziosa collaborazione con Ciacci. Dall’emergenza all’eccellenza? In questo momento mi accontento di procedere step by step, lavoriamo tutti per passare dall’emergenza alla normalità». Con che tempi? «Entro martedì – assicura l’ing. Lisi – contiamo di rientrare pienamente a regime», un auspicio con lo sguardo rivolto al mese più critico per eccellenza, agosto. Ma la fune rimane sempre sottile e gli equilibri molto fragili. E sarà così finché tre elementi essenziali non muteranno: un’impiantistica autonoma; una capacità di investimento che oggi non c’è sia per ragioni economiche che per la condizione giuridica (in liquidazione) in cui si trova MessinAmbiente; l’educazione civica dei cittadini, che spesso non aiuta, anzi. La vera svolta per ridurre gli attuali, enormi costi di gestione della macchina dei rifiuti continua ad essere la raccolta differenziata. Più alta è la percentuale, meno saranno i costi di raccolta e smaltimento in discarica. In meno di due anni si è passati dal 4 al 12%, ma non basta. Il porta a porta avviato nei villaggi offre dati incoraggianti e sta per sbloccarsi il progetto che amplierà a 60 mila abitanti il bacino d’utenza. Nel frattempo, si continua a fare gli equilibristi.

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