Ce n’è per tutti. Se così fosse, vengono rinnovati gli inviti del 17 giugno scorso. Al Comune di Messina e al RUP, WWF, MAN e Italia Nostra intimano di bloccare l’attuazione del progetto di realizzazione della discarica di Pace, riesumato, attraverso l’ordinanza del 14 luglio scorso, dal presidente della Regione; al vincitore della gara d’appalto di non dare inizio ai lavori; alla soprintendenza ai BB.CC.AA di Messina e all’assessorato regionale di vigilare; al Dipartimento Acqua e Rifiuti di prendere atto della irrealizzabilità del progetto e ai Ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali di essere supervisori, anche perché proprio quest’ultimo ha già dato parere negativo in fase di Valutazione di Incidenza. “Ogni ulteriore discussione o ordinanza sull’argomento, almeno in termini di diritto, è perfettamente inutile- scrivono i vertici delle tre associazioni ambientaliste- e può soltanto essere un tentativo di attenuare l’insonnia di quanti hanno consentito – aggiungono- che si procedesse nella gara di appalto per l’impianto di Pace, avviata contestualmente alla procedura VAS e aggiudicata pur non essendosi ancora concluso l’importante e obbligatorio iter autorizzativo. Inoltre rammentano che il Piano Paesaggistico dell’Ambito 9 è stato adottato con decreto del 4 dicembre 2009 e da quella data operano le misure di salvaguardia che fanno perdere efficacia alle autorizzazioni paesaggistiche già rilasciate per interventi in contrasto con il Piano, a meno che i lavori non siano già stati avviati a quella data, cosa che non è successa a Pace. Infine l’ordinanza di Crocetta non prevede, né potrebbe prevedere, la deroga al Codice dei Beni Culturali, necessaria per la riesumazione del progetto. Quindi ogni tentativo è vano. Piuttosto, per WWF, Man e Italia Nostra il reale problema alla base dell’ennesimo tentativo di salvare l’impianto è rappresentato dai numerosi milioni di euro dovuti alla ditta che si è aggiudicata l’appalto. Oggi più che mai il rischio del danno erariale, che le associazioni ambientaliste avevano già segnalato alle Procure della Repubblica di Messina e Palermo e della Corte dei Conti, è reale. Nessuna denuncia, nessun appello però sono serviti per fermare la gara.